Malato di Sla ricoverato, due anni dopo l'Inps gli chiede indietro 1500 euro: «È stato 29 giorni in ospedale»

«È una situazione che non possiamo sopportare - ha detto la mamma -. È vero che Lorenzo è rimasto tanto tempo in ospedale; ma è vero anche che in tutti quei giorni è stato sempre assistito dalla moglie»

Lorenzo con la mamma Evelina
Dopo la mazzata della Sla, la beffa dell’Inps. Che gli chiede indietro 1500 euro per un ricovero al Gemelli, risalente a due anni fa, durato 29 giorni. E’ la storia di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Dopo la mazzata della Sla, la beffa dell’Inps. Che gli chiede indietro 1500 euro per un ricovero al Gemelli, risalente a due anni fa, durato 29 giorni. E’ la storia di Lorenzo, un 46enne di Anagni malato da tre anni di Sla. Che come detto, oltre che combattere con coraggio contro la malattia, da qualche giorno deve anche vedersela contro la burocrazia che gli chiede indietro i soldi dell'indennità di "accompagno", poiché in quel periodo era ricoverato e non ne avrebbe diritto. 

 

La storia di Lorenzo

A raccontare la sua storia è stata la mamma, la signora  Evelina Arduini, che abita con lui a Porciano, una contrada al confine tra Anagni e Ferentino. «Lorenzo è un ragazzo buono - ha detto la signora - che fino a qualche anno fa era felice e contento e lavorava come calzolaio in un negozio al centro di Anagni». Tre anni fa la diagnosi infausta. «La Sla lo ha costretto a cambiare completamente la sua esistenza. Non ha potuto proseguire la sua attività di calzolaio che portava avanti con entusiasmo, ed anzi ha cercato di cederla perché sapeva che non sarebbe stato più in grado di lavorare». Di lì in poi è cominciata l’odissea degli esami e delle visite. «Due anni fa per una serie di esami è stato ricoverato al Gemelli a Roma, dove è rimasto oltre il tempo stabilito per gli esami, uscendo dopo 29 giorni perché aveva contratto un virus che lo ha costretto ad aumentare la permanenza in ospedale. Durante tutta la permanenza - ha detto ancora la mamma - Lorenzo è stato costantemente assistito da sua moglie, che è rimasta 24 ore al giorno accanto a lui, per tutti e 29 giorni della sua permanenza in ospedale. Questo perché Lorenzo con la sua malattia non è in grado di rimanere da solo. E, soprattutto se si verificano problemi durante la respirazione con i macchinari che gli consentono di respirare, può morire soffocato nel giro di pochi minuti».

Dopo i 29 giorni in ospedale,  Lorenzo era tornato a casa con la sua famiglia. Ma ieri, dopo oltre due anni, l'amara sorpresa. L'Inps che gli ha chiesto indietro i 1500 euro per la permanenza di 29 giorni all'interno del Gemelli. «E’ una situazione che non possiamo sopportare - ha detto la mamma - è vero che Lorenzo è rimasto tanto tempo in ospedale; ma è vero anche che in tutti quei giorni è stato sempre assistito dalla moglie». Una situazione drammatica, nella quale si inserisce un altro dramma; Lorenzo e la moglie hanno una figlia che è stata operata tempo fa di cuore. La mamma, la signora Evelina, ha reagito con grande dignità; «ci batteremo per Lorenzo- ha detto- perché davvero non merita quello che gli è successo».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero