I ‘like” alle campagne di odio sui social? Sono un vero e proprio peccato da confessare al sacerdote in confessionale. Nell’era dei social anche la Chiesa...
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«Capiamo l’invito del Vangelo a non fare le cose per essere ammirati, apprezzati e riconosciuti dagli altri. Non è detto che tutto ciò che è condiviso e apprezzato sia sempre il bene. Basta vedere quanto facilmente si condividono sui social giudizi e parole sprezzanti, insulti, cattiverie». Quindi, ha osservato Spreafico nella celebrazione per quaresimale delle Ceneri, «quel ‘mi piace’ a un insulto o a una cattiveria, per noi cristiani è un peccato che va riconosciuto e confessato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero