Il fiume restituisce il corpo di Mario

Il fiume restituisce il corpo di Mario
Le acque del Fiume Liri nei pressi della diga di Arce, in località Sant’Eleuterio, hanno restituito, nella tarda mattinata di ieri, il corpo di Mario Tedeschi....

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Le acque del Fiume Liri nei pressi della diga di Arce, in località Sant’Eleuterio, hanno restituito, nella tarda mattinata di ieri, il corpo di Mario Tedeschi. L’uomo di 63 anni, ferroviere in pensione scomparso nel nulla sabato pomeriggio. Le ricerche, sospese nel tardo pomeriggio di sabato, sono riprese ieri mattina all’alba, quando i sommozzatori dei vigili del Fuoco del Soccorso subacqueo di Roma, si sono calati nelle acque del fiume Liri dove nasce la diga di Arce.


I carabinieri di Arce avevano il sospetto che l’uomo potesse essere caduto in acqua, per questo di concerto con i vigili del fuoco di Frosinone hanno chiesto l’intervento dei sommozzatori. 
Questi ultimi hanno scandagliato i fondali, anche con l’utilizzo di una strumentazione sofisticata (side scan sonar), e individuato, poco prima delle 11 di ieri, il corpo dell’uomo. 
Le operazioni di recupero, alla presenza dei carabinieri e degli uomini della protezione civile, si sono concluse alle 12,30, quando il corpo dell’uomo è stato trasportato, come disposto dal magistrato di turno alla Procura di Cassino, all’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica. Nelle prossime ore, terminati gli accertamenti di medicina legale, verrà concesso il nulla osta per i funerali. 
L’ALLONTANAMENTO
Il pensionato, come accennato, era uscito dalla sua abitazione nella tarda mattinata di sabato, ed aveva detto ai familiari di andare a comprare le sigarette. Cosa che, effettivamente, ha fatto in un bar-tabacchi della zona. 
Poi di lui si sono perse le tracce. A lanciare l’allarme sono stati proprio i familiari, per cui alle 14.30 di sabato la sua auto è stata ritrovata dinanzi alla diga di Sant’Eleuterio, da qui il sospetto della caduta nelle acque del Liri con il tragico epilogo arrivato poco meno di 24 ore dopo. 
I carabinieri di Arce, assieme ai colleghi della compagnia di Pontecorvo, agli ordini del capitano Tamara Nicolai e del tenente Giovanni Fava, ora stanno ricostruendo le ultime ore di vita dell’uomo, solo dopo si capire cos’è accaduto. Per ora resta il giallo: le ipotesi in campo sono due: la caduta accidentale e il gesto estremo. 
Quest’ultima ipotesi, tuttavia, sembra essere meno avvalorata perché non sono sarebbero stati trovati biglietti o messaggi particolari. Il 63enne era un amante della natura e appassionato di jogging tra le strade interne di Arce. Cercatore di asparagi e funghi. Molto conosciuto e stimato. 
Dolore e incredulità ad Arce tra le tante persone che conoscevano e stimavano Mario Tedeschi. 

«Un epilogo che ci addolora e ci lascia increduli. Mario era una persona buona e conosciuta in paese. Uno sportivo - ha detto il sindaco di Arce, Luigi Germani -a cui piaceva fare jogging per le stradine della nostra campagna, passeggiare nella natura e soprattutto dilettarsi nella ricerca di asparagi e funghi. Desidero esprimere a nome mio, dell’amministrazione comunale, il profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Mario. Ai familiari - ha concluso il primo cittadino - desidero rivolgere le più sentite condoglianze unitamente ai sentimenti di vicinanza dell’intera comunità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero