Catalent, il caso sul tavolo del Governo. L'Arpa: «Le acque sotterranee sono inquinate»

Catalent, il caso sul tavolo del Governo. L'Arpa: «Le acque sotterranee sono inquinate»
Si cerca di fare chiarezza sul procedimento per le cui presunte lungaggini la Catalent ha deciso di spostare l'investimento da 100 milioni di euro da Anagni ad Oxford....

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Si cerca di fare chiarezza sul procedimento per le cui presunte lungaggini la Catalent ha deciso di spostare l'investimento da 100 milioni di euro da Anagni ad Oxford. L'Arpa nei giorni scorsi ha scritto al Ministero chiarendo che per suolo e sottosuolo il sito non è contaminato, c'è invece un problema di inquinamento con le acque sotterranee.

La procedura in questione è quella che si chiama analisi di rischio sanitario-ambientale. Uno strumento che deve essere adottato in qualsiasi sito contaminato per valutare i rischi per la salute umana legati alla presenza di sostanze inquinanti nel suolo, nel sottosuolo e nelle falde acquifere.

Facciamo un esempio. Mettiamo che nel progetto di ampliamento dello stabilimento siano previste delle perforazioni del terreno. Ecco, l'analisi di rischio serve a scongiurare il pericolo che quel tipo di interventi, che vanno ad intaccare le matrici ambientali, possano determinare un pericolo di emissioni per gli operai ma anche per chi in quell'area si troverà in futuro, i dipendenti prima di tutto. Le analisi di rischio servono a stabilire anche se le acque sotterranee possono essere utilizzate con eventuali pozzi. Insomma, un procedimento complesso. A tutela della salute umana.

E che l'area industriale dello stabilimento della Catalent, già sede di altre industrie farmaceutiche, fosse potenzialmente contaminata è pacifico. Le prime notizie sulla presenza di sostanze inquinanti risalirebbero agli anni Novanta. Ma ad ogni modo, quando la Myers Squibb srl e la Catalent chiudono la trattativa per la cessione dello stabilimento, il fatto che l'area fosse potenzialmente contaminata viene inserito nella due diligence, ossia l'analisi di tutta la situazione pregressa dell'oggetto di una determinata trattativa. Tant'è che è la cedente Bristol Myers Squibb srl ad accollarsi l'obbligo di svolgere tutti gli accertamenti ambientali e sanitari.

COM'È ANDATA

Quando lo stabilimento viene ceduto alla Catalent, nel 2020, il Sito d'interesse nazionale (Sin) Bacino del Fiume Sacco era già stato istituito. Ma anche in assenza del Sin, l'analisi di rischio sanitario-ambientale sarebbe stato un atto obbligato. La sola differenza è che con il Sin la responsabilità del procedimento è in capo al Ministero della Transizione ecologica, altrimenti sarebbe stata della Regione. Questo ha comportato un allungamento dei tempi? Ecco le tappe del procedimento riguardante il sito della Catalent.

Il 4 maggio 2020 viene acquisito il piano di caratterizzazione ambientale. L'8 giugno 2020 viene convocata la Conferenza dei Servizi, a luglio arrivano i pareri di Arpa e Ispra e a settembre del 2020 il piano di caratterizzazione viene approvato. In cinque mesi, considerando che di mezzo c'era stata l'estate, un primo passo fondamentale viene superato. La Bristo esegue il piano di caratterizzazione e invia la relazione al Ministero nell'aprile del 2021. A giugno Arpa e Ispra depositano i loro pareri. Si passa quindi alla all'analisi di rischio sanitario-ambientale: viene acquisita al Ministero il 29 settembre del 2021. Arpa e Ispra analizzano la documentazione e i pareri vengono acquisiti tra il 2 e il 9 dicembre. Il 21 dicembre il Ministero invia alla Bristol la nota in cui si chiede d'integrare l'analisi di rischio con quanto richiesto da Arpa e Ispra. La Bristol risponde a febbraio e Arpa a sua volta invia le sue valutazioni lo scorso 7 marzo.

LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI

Quale sarebbe il problema? L'Arpa lo ha scritto in una nota inviata lo scorso 13 aprile in risposta ad una richiesta di chiarimenti dopo che è scoppiato il caso Catalent. E nel documento si legge che mentre le matrici di suolo e sottosuolo il rischio è «accettabile» e quindi il sito non è contaminato; le acque sotterranee (dai 20 ai 40 metri di profondità) invece, scrive Arpa, in base ai dati forniti dalla stessa Bristol Myers, sono risultate contaminate a causa di concentrazioni oltre soglia di alcune sostanze inquinanti.
 

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Il Messaggero