Gloria uccisa, nuova famiglia per i figli: via al processo per l'assistente sociale che non denunciò i maltrattamenti

Gloria Pompili uccisa di botte nell'agosto del 2017
Dopo tanta sofferenza per i figli di Gloria Pompili, la giovane di 23 anni uccisa a bastonate dalla cugina e dal compagno perché non voleva prostituirsi, è arrivata...

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Dopo tanta sofferenza per i figli di Gloria Pompili, la giovane di 23 anni uccisa a bastonate dalla cugina e dal compagno perché non voleva prostituirsi, è arrivata la serenità. Rimasti orfani della loro mamma, i due bambini, che all'epoca dei fatti avevano 2 e cinque anni, dopo essere stati affidati ad una casa famiglia, sono stati dati in affidamento ad una coppia che sta cercando di far tornare loro il sorriso. La sera in cui Gloria venne massacrata a bastonate in una piazzola lungo la strada di Prossedi, in macchina c'erano anche loro. E proprio il bimbo più grande puntò il dito sulla zia Eloide Del Prete e sul compagno egiziano che avevano preso a bastonate la sua mamma.

Quel testimone oculare così piccolo è riuscito a dare l'impulso a tutte le indagini. I due imputati sono stati condannati entrambi a venti anni di carcere. Ma il cerchio sulla storia della giovane mamma di Via Bellini a Frosinone non si è ancora chiuso. Sotto processo infatti adesso è finita anche una assistente sociale del comune di Frosinone accusata, si legge nel capo di imputazione, «di aver omesso di denunciare all'autorità giudiziaria, i reati di maltrattamento in famiglia subìti da Gloria Pompili e dai minori e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in danno della Pompili dei quali era venuta a conoscenza nell'esercizio ed a causa del servizio».

I fatti risalgono all'inizio del 2016 fino al 23 agosto del 2017 data del decesso della vittima. Secondo le accuse l'assistente sociale, oggi 72enne residente a Patrica, non denunciò mai quegli episodi. Da qui la decisione del giudice di rinviare la donna a giudizio. Per tale motivo la madre Carmela Del Prete ed il figlio Luca Pompili, si sono rivolti agli avvocati Luigi Tozzi e Marco Maietta per poter essere rappresentati nelle opportune sedi.

«Se l'assistente sociale avesse segnalato tale situazione ha dichiarato l'avvocato Luigi Tozzi- con tutta probabilità la ragazza sarebbe stata messa insieme ad i figlioletti in una rete di protezione. Non si esclude dunque che l'evento morte poteva essere evitato».

Nel 2016 l'imputata si occupava per conto del Comune di Frosinone della famiglia di Gloria, composta da madre, padre e i loro due minori, di due e cinque anni. Per gli inquirenti la 72enne non denunciò appunto i maltrattamenti che subivano in famiglia la giovane madre ed i due figlioletti. L'assistente sociale sapeva che la giovane mamma era costretta a prostituirsi, ma non sarebbe intervenuta.

Saad Mohamed Elesh Salem compagno della cugina Eloide, sapeva come farsi obbedire da Gloria quando si rifiutava di ricevere i clienti in casa o quando non voleva recarsi ad esercitare il mestiere più antico del mondo lungo le strade di Nettuno, città dove i due conviventi avevano aperto una frutteria. Bastava dirle che se non portava i soldi a casa avrebbero fatto del male ai suoi bambini. A quel punto Gloria per amore dei suoi figli, accettava ogni tipo di sopruso e di vessazione.
 

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Il Messaggero