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Un cadavere nel giardino di una villetta, poco distante una pistola. È la scena che si sono trovati davanti gli investigatori giunti a Santopadre, un paese della Ciociaria. Quel corpo senza vita era di un rumeno di 36 anni, Mirel Joaca Bine. A ucciderlo un colpo partito dal fucile imbracciato da un tabaccaio del posto, che ha sorpreso tre persone sospette nella sua proprietà mentre era con il figlio.
Un tentato furto finito in tragedia: è questa l’ipotesi che si è fatta strada sin dai primi minuti. I carabinieri hanno effettuato un lungo sopralluogo all’interno e all’esterno della villetta e ascoltato fino a tarda sera l’uomo nel tentativo di ricostruire tutte le fasi di quei momenti. È stato un attimo: la tensione, la paura, l’incontro ravvicinato e la tragedia. È accaduto ieri sera nel piccolo centro a cavallo tra il Sorano e la Val di Comino. Per il rumeno il colpo è stato fatale: lo avrebbe raggiunto a un fianco senza lasciargli scampo. A fare fuoco con il proprio fucile da caccia Sandro Fiorelli, 59 anni, titolare di una tabaccheria di piazza Marconi. Era sotto choc quando i carabinieri lo hanno sentito fino a notte.
LA RICOSTRUZIONE
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo aveva da poco chiuso la tabaccheria.
Il tabaccaio, che in passato aveva già subito furti, in quel momento si trovava al piano di sotto. A quel punto, spaventato dalla situazione, ha preso il fucile. Da lì a poco, però, sempre sulla base degli accertamenti, si sarebbe trovato praticamente faccia a faccia con uno degli intrusi. Agli investigatori ha riferito di averlo visto con una pistola in mano e con il braccio alzato in posizione orizzontale. In quei frangenti avrebbe gridato, urlato, nel tentativo di metterli in fuga. In quei momenti concitati, però, è accaduto qualcosa che ha fatto salire la tensione. Temendo per la sua vita e per quella del figlio, ha sparato. Un solo proiettile, che ha colpito il giovane rumeno. L’uomo si sarebbe trascinato all’esterno, forse per fuggire, ma non ce l’ha fatta: è stramazzato al suolo lungo il vialetto d’ingresso che - attraversando il giardino - conduce alla villa. Quel colpo per il giovane è stato fatale. Gli altri due complici, nel frattempo, forse capendo che per l’altro la situazione era disperata, si sono subito allontanati, lasciando il paese. Si sarebbero dileguati a bordo di un’auto grigia, facendo perdere le loro tracce.
I carabinieri hanno transennato l’area e avviato le indagini per ripercorrere tutte le fasi. Per capire perché una serata d’autunno apparentemente tranquilla era sfociata in un omicidio. Hanno effettuato un sopralluogo e raccolto tracce ed elementi utili. Poi hanno ascoltato il tabaccaio, ancora scosso: sarebbe stato lui a fornire alcuni dettagli utili a fare chiarezza. Ora i militari stanno cercando conferme sulla sua versione.
Vicino al cadavere è stata trovata una pistola, che sarà sottoposta a perizia (potrebbe essere a salve). Un elemento, comunque, a sostegno dell’ipotesi battuta sin dall’inizio: ossia quella di un tentativo di furto finito nel sangue. La posizione del tabaccaio è al vaglio degli inquirenti della Procura di Cassino: il sostituto procuratore sta valutando tutti gli aspetti prima di decidere con quale ipotesi aprire l’inchiesta. Si sta verificando anche se il fucile fosse regolarmente detenuto: è stato acquisito dai carabinieri anche per eseguire gli esami balistici. Il commerciante ha la passione per la caccia.
La notizia ha fatto subito il giro del piccolo centro, destando stupore. A squarciare la quiete del paese erano state, in serata e nel buio, le sirene dei carabinieri e dei sanitari. D’altronde nell’area del Sorano e di alcune zone della Val di Comino l’allerta per i furti in casa è alta da un po’ di tempo. E il sospetto è che i tre della banda siano gli stessi che hanno compiuto recentemente altri colpi in zona.
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Il Messaggero