Corruzione al Catasto, nei guai chi si serviva dei dipendenti arrestati

Corruzione al Catasto, nei guai chi si serviva dei dipendenti arrestati
L'ufficio del Catasto di Frosinone era stato trasformato in uno studio privato e tutte le tipologie di pratiche erano diventate utili per ottenere guadagni illeciti o...

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L'ufficio del Catasto di Frosinone era stato trasformato in uno studio privato e tutte le tipologie di pratiche erano diventate utili per ottenere guadagni illeciti o più semplicemente per arrotondare. Spesso anche con la complicità o comunque con la consapevolezza di chi serviva di queste agevolazioni per risparmiare tempo o denaro. Bastava rivolgersi a loro e pagare.

Tra le varie contestazioni mosse ai tre i dipendenti del Catasto arrestati mercoledì - Andrea Cristini,52 anni di Alatri, responsabile del Front Office e dei due impiegati Domenico Carnevale 51 anni originario di Pico ma residente a Frosinone e Carlo Mastroianni 58 anni residente a Monte San Giovanni Campano - ce n'è una in particolare che riguarda gli accertamenti nella banca dati del Catasto a cui i tre ovviamente avevano libero accesso per i doveri d'ufficio. Una facoltà che però, secondo le accuse, sarebbe stata, utilizzata per interessi privati e raggranellare qualche soldo in più.

PRATICHE A DOMICILIO
Professionisti del settore (geometri e architetti), privati e agenzie immobiliari si servivano di loro per ottenere sotto banco copie di visure e atti notarili ad uso esclusivo di ufficio. In cambio di questo servizio extra i dipendenti del Catasto indagati si facevano pagare somme che variavano dai 20 ai 50 euro.
I documenti venivano consegnati ai diretti interessati fuori dall'ufficio, ma a volte gli impiegati infedeli recapitavano le carte direttamente a casa degli interessati. Insomma, un servizio completo, per il quale i richiedenti erano disposti anche a pagare un leggero sovrapprezzo. Il tutto a danno delle casse dello Stato.

IL DANNO ERARIALE
Tutto ciò, oltre a trasgredire le procedure d'ufficio previste per questo tipo di pratiche, ha determinato anche un danno erariale al Catasto che è in corso di quantificazione e sarà oggetto, per il recupero, di un procedimento a parte che verrà istruito dalla Corte dei Conti. Proprio in relazione agli accessi abusivi alla banca dati, risultano indagati nello stesso procedimento altre 19 persone, tra liberi professionisti e consulenti, per i reati di corruzione e induzione indebita.

ZONE GRIGIE E OMERTÀ
L'habitat in cui si muovevano i tre dipendenti del Catasto accusati era dunque estremamente ambiguo, pieno di zone grigie, perché, stando alle accuse, spesso le condotte illecite degli stessi avveniva con la complicità e su esplicita richiesta di chi aveva bisogno dei loro servigi e non voleva o non poteva passare per i canali legali. Se le vittime, come dice uno degli arrestati, era chiamate pesci, c'era anche chi in quest'andazzo ci sguazzava consapevolmente.
Non è un caso che, pur essendo molto chiacchierato quell'ufficio, i carabinieri hanno dovuto sudare le sette camicie per trovare qualcuno disposto a denunciare nero su bianco cosa vi accadeva. Tutti sapevano, ma nessuno parlava, per convenienza o per paura di vedere ostacolata per sempre la propria attività. Se parlo, finisco di lavorare. Questo era la giustificazione ricorrente.

Un muro di omertà che non è stato facile scalfire. Solo un geometra di Alatri, vessato dai due collaboratori Domenico Carnevale e Carlo Mastroianni, ad un certo punto ha deciso di raccontare come avvenivano la richieste delle mazzette. Ed è stato solo a questo punto, con una denuncia articolata, che i carabinieri hanno potuto avviare le indagini con i supporti tecnici, intercettazioni e telecamere nascoste, fondamentali per smascherare il sistema.
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Il Messaggero