A Paliano la "Festa della biodiversità dei grani e della pasta"

L'assessore all'agricoltura del Comune di Paliano, Eleonora Campoli
Sono circa 2000 le varietà di grano, ma poche sono quelle conosciute. I grani antichi possono rappresentare, infatti, una specificità per i territori, da valorizzare...

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Sono circa 2000 le varietà di grano, ma poche sono quelle conosciute. I grani antichi possono rappresentare, infatti, una specificità per i territori, da valorizzare e su cui investire, soprattutto nelle produzioni di pasta. Su questo principio è stato costruito un progetto tutto made in Italy che verrà presentato a Paliano, domani pomeriggio (7 settembre), dalle ore 17:30, nella sede dell’azienda agricola “Donna Vittori Borgo Agricolo”, in via Cimate 73. A fare gli onori di casa ci saranno il sindaco di Paliano Domenico Alfieri e l’assessore all'agricoltura Eleonora Campoli. L'appuntamento, al quale interverranno tra gli altri Ernesto Di Renzo antropologo del cibo all’Università Tor Vergata di Roma, Domenico Pontillo, il presidente della rete Slow Grain, Roberto Rea di Arsial, l'assessore all’agricoltura e alla sovranità alimentare della Regione Lazio Giancarlo Righini, l'onorevole Luca Sbardella, il senatore Giorgio Salvitti, si svilupperà attorno a un convegno di approfondimento sui temi della cultura del grano e dei suoi molteplici sviluppi; ci sarà anche una degustazione di grani e pasta artigianale e verrà lanciato di un corso per degustatori di grani. 


“La biodiversità dei terreni porta ad avere terroir differenti – dichiara Maria Vittori, imprenditrice agricola ed amministratrice dell’azienda agricola Donna Vittori – per cui a seconda del luogo e delle condizioni di coltivazione, si avranno grani, e quindi paste, dai sapori diversi. Una straordinaria ricchezza su cui vale la pena investire”. “Come per i birrifici artigianali, altro prodotto che deriva dai cereali, si può fare turismo anche attorno alla pasta artigianale – sottolinea Claudia Bettiol, consulente strategica per lo sviluppo territoriale – per questo il progetto di Donna Vittori può essere un modello da applicare a tutte le piccole aziende produttrici di grani tradizionali. Poche cose come la pasta possono raccontare la storia e la cultura di una popolazione e di un territorio. Offrire alle persone un’esperienza di gusto riferita a questo prodotto sarebbe una risorsa in più per l’intero comparto agricolo”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero