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Meta, proprietaria di Facebook, ha licenziato 11.000 persone in un abbattimento della forza lavoro aziendale che era ampiamente prevista. Il tutto mentre l'azienda guidata da Mark Zuckerberg sta lottando contro una grave fase di recessione. Nel complesso la misura ha avuto effetto su circa il 13% della forza lavoro complessiva di Meta e costituisce il provvedimento più significativo nella storia dell'azienda.
Meta licenziamenti, mea culpa di Zuckerberg
Le azioni di Meta sono crollate di oltre il 70% quest'anno perché Zuckerberg versa miliardi in un travagliato progetto di metaverso nonostante i cali delle entrate pubblicitarie e della base di utenti. Le azioni Meta sono aumentate del 5% nel trading pre-mercato dopo l'annuncio dei licenziamenti. «Stiamo adottando una serie di misure aggiuntive per diventare un'azienda più snella ed efficiente, tagliando le spese discrezionali ed estendendo il blocco delle assunzioni fino al primo trimestre», ha dichiarato Zuckerberg in un comunicato, in cui ha anche sottolineato di aver sovrastimato il boom online all'inizio della pandemia di coronavirus e di aver quindi aumentato gli investimenti.
«Purtroppo non è andata come mi aspettavo. Non solo il commercio online è tornato alle tendenze precedenti, ma la flessione macroeconomica, l'aumento della concorrenza e la perdita del segnale pubblicitario hanno fatto sì che i nostri ricavi fossero molto più bassi di quanto mi aspettassi», ha aggiunto il capo di Meta.
«Ho sbagliato e me ne assumo la responsabilità». Meta ha visto il suo core business con la pubblicità su servizi online come Facebook e Instagram generare di recente meno entrate rispetto al passato. Allo stesso tempo, lo sviluppo di mondi virtuali promosso da Zuckerberg con il termine «Metaverso» sta assorbendo sempre più denaro.
Il Messaggero