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Portale telematico della Regione Lazio per prenotazione Vaccino versus Coronavirus riservato agli over Ottanta: pronti, via, a mezzogiorno. Sette minuti ed è subito flop. Centralino intasato, operatori affranti fino a una lenta, caracollante ripresa dei contatti. (Il giorno successivo alla partenza, 2 febbraio, si è arrivati verso le 100mila prenotazioni fatta, ma si prevedono 400 mila richieste, spalmate nel trimestre). Noi, come si dice, disdegniamo la parte dei bastian contrari, quelli che si mettono sempre e comunque di traverso. L’assessorato alla Sanità, è chiaro, voleva partire in quarta, fare bella figura sulla tempistica, vantare una primazia sulle altre regioni: bene.
Ma, allora, si doveva mettere al riparo la macchina organizzativa da eventuali, probabili, possibili inciampi. E, invece, già dai primi passi ecco i tonfi al posto dei trionfi. Un rodaggio, una messa a punto, una prova in pista, quando la sfida è complessa e l’esperienza è poca, non si nega a nessuno e però i portali sono dispettosi e delicati: vanno trattati con competenza e oculatezza. Forse sarebbe bastato chiedere all’utenza di avviare le prenotazioni rispettando l’ordine alfabetico, oggi dalla A alla G, domani dalla H alla P e così via. Gli ultraottantenni sono soggetti fragili, deboli con molte urgenze e rivolgersi anche ai medici di famiglia che li conoscono potrebbe aiutare. Deluderli e fiaccarne la pazienza sarebbe imperdonabile. Poi c’è un dettaglio, piccolo ma di un certo peso: per vaccinare occorrono i vaccini. Vaccini disponibili, non virtuali.
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Il Messaggero