La sanità nel Lazio e gli interventi mancati

La sanità nel Lazio e gli interventi mancati
Gentile Direttore, con riferimento all’intervento dell’onorevole Alessio D’Amato pubblicato ieri sul Messaggero mi sento di condividere pienamente le posizioni...

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Gentile Direttore, con riferimento all’intervento dell’onorevole Alessio D’Amato pubblicato ieri sul Messaggero mi sento di condividere pienamente le posizioni da lui rappresentate in ordine alle necessità della nostra Sanità ed ai provvedimenti da attuare per una riforma che migliori sostanzialmente il nostro Servizio Sanitario Nazionale.


Del resto tutte le analisi e le proposte da lui enunciate sono le stesse condivise da noi clinici e rappresentate da un paio di anni sia ai governi che si sono succeduti che a diverse amministrazioni Regionali. Vorrei però formulare alcune domande rivolte a lui. Come mai durante i 10 anni della sua gestione della Sanità della Regione Lazio il Servizio Sanitario Pubblico è stato così tanto depauperato come mostrano i dati riguardanti la chiusura di interi ospedali, l’abbattimento e la cancellazione di divisioni, servizi e posti letto nonché la riduzione degli organici di medici ed infermieri?


Come mai durante gli stessi anni la Regione Lazio ha registrato il terzo saldo negativo per mobilità sanitaria tra tutte le Regioni italiane, peggiori solo la Campania e la Calabria?
Come mai secondo i dati prodotti dal ministero della Salute gli Irccs della Regione Lazio ad eccezione dei tre privati Gemelli, Bambino Gesù e Santa Lucia mostrano indici di produttività scientifica così scadente rispetto agli altri Irccs nazionali ed in particolare rispetto a quelli lombardi?


Come mai nella recente graduatoria di Newsweek sui 250 migliori ospedali generali al mondo, su 13 ospedali italiani presenti, della Regione Lazio compare solo il Policlinico Gemelli (e meno male che c’è) e nessun altro ospedale romano? E come mai nella graduatoria dei primi 100 ospedali al mondo di 11 specialità, in 10 casi su 13 per il Lazio compaiono solo il Gemelli ed il Bambino Gesù? (e meno male che ci sono), mentre per la Regione Lombardia ce ne sono addirittura 27, equamente distribuiti tra pubblici e privati più altri 25 di altre Regioni tutti pubblici?


Alla luce di questi dati e di altri eventuali sempre prodotti da fonti accreditate, ritiene l’onorevole D’Amato di aver operato in questi 10 anni in accordo con i principi enunciati nel suo intervento al Messaggero?


* Oncologo

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Il Messaggero