Mentre sono cominciate le trattative per la formazione del nuovo governo continuano a piovere le cattive notizie sull’andamento dell’economia e del commercio...
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Credo che su alcuni fondamentali punti che riguardano la giustizia distributiva gli accordi siano meno difficili perché, almeno in teoria, vi dovrebbero essere spinte verso l’equità e la protezione delle fasce più deboli in entrambi i protagonisti del nuovo governo. Non dovrebbe essere infatti difficile creare una comune posizione contro la flat tax non solo perché è in contrasto con gli elementari fondamenti di equità che stanno alla base degli elementi costitutivi sia del Pd che dei 5Stelle, ma anche perché la sua cancellazione è in grado di liberare risorse che altrimenti dovrebbero essere tolte alla sanità e all’istruzione che, almeno in teoria, hanno priorità assoluta da parte di entrambi i partiti. Un’altra condivisa urgenza dovrebbe essere la lotta all’evasione fiscale. Oggi questa è possibile, come emerge dal fatto che stanno arrivando nelle casse dello Stato ingenti risorse aggiuntive in conseguenza dell’estensione dell’uso di fatture e scontrini elettronici. Si tratta di decisioni prese lontane nel tempo ma che, a causa delle incredibili lentezze della nostra burocrazia, hanno potuto dare i loro frutti positivi solo negli ultimi mesi. Anche se qualcuno pensa che sia un atteggiamento burocratico io continuo a pensare che civiltà, giustizia sociale e democrazia si difendono con le ricevute e che le moderne tecnologie ci permettono finalmente di usare con efficacia questi strumenti di controllo. Non potremo mai vivere in un Paese giusto ed efficiente quando un numero crescente di transazioni economiche vengono eseguite solo a condizione che non vengano rilasciate le ricevute. Data la dimensione di questo fenomeno dobbiamo essere coscienti che se non si cambia registro l’Italia non uscirà mai dal tunnel del debito pubblico.
Più complicato e difficile si presenta l’accordo sugli strumenti necessari per aumentare il tasso di crescita, anche se è facile capire che non si possono distribuire le risorse se prima non sono state accumulate.
Il Messaggero