C'è chi scende al portone e quattro chiacchiere con l'edicolante comunque le fa, come tradizione vuole, pur con mascherina e guanti d'ordinanza. C'è...
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Cartina al tornasole l'edicola di via Magliana. «La scorsa estate abbiamo avviato la consegna a domicilio per coprire anche la zona più interna del quartiere, ma in questi giorni il lavoro si è triplicato - racconta Elisabetta Felici -, con il fatto che la gente non può uscire di casa. Ci chiamano dalla nostra zona ma anche dai dintorni: Marconi, Villa Bonelli». Anche se il consiglio, per ragioni di praticità, è quello di scorrere nell'elenco l'edicola più a portata di mano. E l'edicola si mette in moto, Il Messaggero arriva a casa e a volte non da solo.
Il numero delle edicole viene aggiornato in tempo reale e scoprite quali sono cliccando questo indirizzo https://d.ilmessaggero.it/edicole-aperte. Le bandierine arancioni rappresentano i giornalai che hanno attivato il servizio, con i loro riferimenti e contatti.
«C'è un signore molto carino che abita qui vicino e ci ha chiesto se potevamo fargli la cortesia di portargli alcuni panini all'olio. C'è anche questo aspetto sociale nell'iniziativa. Le persone scendono al portone, comunque si scambiano due battute. La gente risponde bene. Poi io sono nata qui, mi conoscono tutti. Le persone ti sanno ripagare in tanti modi, fa piacere anche questo in un momento così, in cui stare al lavoro non è facile, anche solo per far entrare nel chiosco una persona alla volta».
La chiamata all'edicola (o l'e-mail) che crea il contatto, l'operatore che parte. E la lettura del quotidiano come bisogno vivo, essenziale per essere informati, che ritrova soddisfazione nella consegna a domicilio, che è gratuita.
GLI INDIRIZZI
«La gente ha paura di uscire e realmente la consegna a domicilio ha dato ai clienti la possibilità di ricominciare a leggere il giornale», racconta Bruno Comanducci, dalla sua edicola all'angolo tra via Bevagna e piazza Monteleone di Spoleto. «Qui le persone escono il meno possibile, fanno la spesa una volta a settimana e solo in quel giorno avevano iniziato a prendere il giornale - aggiunge l'edicolante - Ora si è rimesso in modo il meccanismo. Le persone chiamano e io porto a casa il quotidiano. Guanti e mascherina, lascio il giornale in una busta: le persone preferiscono non scendere».
L'informazione come bene essenziale. «Se le edicole sono aperte è perché il giornale è un bene primario - sottolinea Comanducci -. a differenza di altre tipologie di attività che ad oggi devono restare chiuse».
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Il Messaggero