«Dal 2006 ad oggi l’Italia ha visto la chiusura in rapida successione di 16 zuccherifici su 19 e, con la fine delle quote a Ottobre 2017 (e il conseguente crollo del...
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«Senza un sostegno coordinato tra l’Europa ed il governo italiano - continua - corriamo il rischio di lasciar implodere una filiera strategica per il nostro paese. Solo ieri Sud Zucker, leader tedesco e europeo, ha annunciato un pesante piano di ristrutturazione, a dimostrazione che il problema non è solo italiano o spagnolo, ma dell’Europa intera. Il pericolo che tutti dobbiamo scongiurare è che questo contesto porti importanti gruppi come la CoproB, a perdere capacità produttiva e questo vada nuovamente a discapito degli operai diretti e dell’indotto. Il nostro appello, reiterato oggi alla presenza della Commissione europea, si rivolge anche al mondo produttivo agricolo e agro-industriale. Se l’impegno dei bieticoltori nella sottoscrizione dei contratti nel 2019 sarà fondamentale per l’avvio della campagna, altrettanto necessario ora è il sostegno istituzionale a tutta la filiera, affinché non si dismetta la produzione di una commodity strategica per la nostra industria alimentare e per l’occupazione».
Sull'argomento ieri si è riunito per la prima volta il Gruppo di Alto Livello, istituito dal Consiglio d’Europa, che sta valutando misure straordinarie a supporto del settore, non escludendo il sostegno all’ammasso privato così come richiesto negli ultimi anni dai governi italiani.
«Come affermato oggi in sede di dialogo sociale – prosegue Iovino - insieme ai colleghi spagnoli, polacchi e francesi, sosteniamo questa proposta e chiediamo al governo italiano di implementare ulteriori misure a sostegno della bieticoltura, a partire dal bacino agricolo Veneto ed Emiliano-Romagnolo, ovvero dove ci sono gli zuccherifici che da ormai diversi anni rischiano la chiusura a causa di una strategia miope e dannosa portata avanti in primis dalla commissione europea». Il prossimo incontro del gruppo di esperti è previsto il 19 Marzo. «Il nostro auspicio - conclude il sindacalista - è che entro questa data la Commissione capisca che ora è il momento di agire». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero