WeWork in bancarotta, da 47miliardi di valore al fallimento: cos'è il colosso del coworking e perché il crollo

Da anni in gravi difficoltà finanziarie, l'azienda ha chiesto di poter far ricorso al Chapter 11

WeWork, il colosso degli uffici per il coworking dichiara fallimento in Usa e Canada: le cause
WeWork getta la spugna e fa ricorso alla bancarotta, segnando la fine dei una delle start up più promettenti della storia americana co-fondata da Adam Neumann e sostenuta...

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WeWork getta la spugna e fa ricorso alla bancarotta, segnando la fine dei una delle start up più promettenti della storia americana co-fondata da Adam Neumann e sostenuta con miliardi di dollari dalla giapponese Softbank. L'ex colosso delle scrivanie in affitto si è affermata rivoluzionando il mercato immobiliare: nei suoi spazi si poteva affittare un solo desk, un ufficio intero o una sala riunioni, offrendo così una flessibilità mai immaginata a migliaia di lavoratori autonomi e piccole aziende. Ma il mix degli onerosi contratti firmati da WeWork nel 2010 per affittare i suoi spazi e il Covid si è rivelato fatale per la società, che nel 2019 era una unicorn da 47 miliardi di dollari di valore e guardava a Wall Street per una quotazione storica.

L'allarme

Grazie ai fondi di Softbank WeWork ha spinto la sua crescita agli estremi scommettendo che le start up ma anche le grandi aziende avrebbero preferito una maggiore flessibilità nei contratti immobiliari invece che legarsi le mani con impegni di lunga durata. Nell'agosto del 2019, con la presentazione della documentazione per quotarsi a Wall Street, sono emersi i primi segnali di allarme. Gli investitori entusiasti rimasero gelati dai conti e dalle ingenti perdite della società e la loro reazione costrinse WeWork a tornare sui propri passi e ritirare la sua richiesta per l'Ipo. Una decisione che costò la testa dell'amministratore delegato Neumann, allontanato fra le critiche e le azioni legali. WeWork è sbarcata alla fine a Wall Street nel 2021 tramite una spac a una valutazione di 9 miliardi e con la previsione di generare entro il 2024 almeno due miliardi di utile operativo. Un obiettivo ambizioso che non ha mai raggiunto e che l'ha messa sotto forte pressione, spingendola a una ristrutturazione profonda.

La caduta

Le drastiche misure varate si sono comunque rivelata insufficienti, andando ad alimentare una spirale al ribasso culminata con la bancarotta, simbolo della crisi degli uffici dove pochi negli Stati Uniti vogliono tornare dopo la pandemia. La bancarotta rientra in quella che WeWork descrive come una «ampia riorganizzazione» per una società che - afferma l'amministratore delegato David Tolley - ha «fondamenta solide, un business dinamico e un futuro brillante». La bancarotta è negli Stati Uniti e in Canada e non ha effetto sulle altre attività di WeWork che può contare su 15 miliardi di dollari di asset e 18,6 miliardi di debiti.

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Il Messaggero