Unicredit, Mustier si tira fuori dalla corsa alla guida di Hsbc

Jean Pierre Mustier
Jean Pierre Mustier si taglia fuori dalla corsa a diventare amministratore delegato di Hsbc. A riportare i dettagli della svolta è stato ieri il Financial Times. Secondo...

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Jean Pierre Mustier si taglia fuori dalla corsa a diventare amministratore delegato di Hsbc. A riportare i dettagli della svolta è stato ieri il Financial Times. Secondo alcune fonti citate dal quotidiano economico-finanziario britannico, Mustier ha telefonato al presidente del consiglio di amministrazione di Hsbc, Mark Tucker, per dirgli che «non è più interessato all’incarico». Dunque il numero uno di Unicredit dal giugno del 2016 ha deciso che la sua avventura nel gruppo non poteva finire in questo modo. Ad anticipare la trattativa in corso tra il banchiere di Unicredit e il gruppo inglese è stata Bloomberg, la settimana scorsa, subito dopo l’annuncio dell’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi. Una mossa letta dal mercato come la determinazione di Mustier di guardare altrove dopo i diversi tentativi, puntualmente falliti, di condurre Unicredit a un’acquisizione all’estero. Diversi i dossier aperti, da Commerzbank a Société Générale. Dopo l’interim di Noel Quinn, alla guida di Hasbc dallo scorso mese di agosto per rimpiazzare John Flint, l’ad di Unicredit sembrava la soluzione più convincente per la Banca della City, anche se non era arrivata alcuna conferma sia da Milano che dalle rive del Tamigi. Da giovedì scorso il titolo Unicredit era sceso in Borsa di quasi il 7% per oltre 2 miliardi bruciati. Ora a quanto pare Piazza Affari può tirare un sospiro di sollievo.


La prima mossa di Mustier nel 2016  fu il maxi-aumento di capitale da 13 miliardi destinato a una profonda pulizia del bilancio e la sforbiciata di
Transform 2019, con risparmi annui per 1,7 miliardi spalmati su un triennio e la cessione di partecipazioni non più strategiche, ma molto criticate, come Pioneer, Pekao, Fineco e Mediobanca, riducendo anche la presenza in Turchia. Lo scorso dicembre è stato lanciato il nuovo piano al 2023, che punta a un
utile di 5 miliardi, con 8mila tagli al personale del gruppo. Di questi, 6mila sono in Italia e sono già partite le trattative

con i sindacati, con nuova serie di incontri prevista a stretto giro.


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Il Messaggero