La prima mossa di Mustier nel 2016 fu il maxi-aumento di capitale da 13 miliardi destinato a una profonda pulizia del bilancio e la sforbiciata di “Transform 2019”, con risparmi annui per 1,7 miliardi spalmati su un triennio e la cessione di partecipazioni non più strategiche, ma molto criticate, come Pioneer, Pekao, Fineco e Mediobanca, riducendo anche la presenza in Turchia. Lo scorso dicembre è stato lanciato il nuovo piano al 2023, che punta a un
utile di 5 miliardi, con 8mila tagli al personale del gruppo. Di questi, 6mila sono in Italia e sono già partite le trattative
con i sindacati, con nuova serie di incontri prevista a stretto giro.
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