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L’ultimo treno del Superbonus 110 per cento è già partito. Chi ha fatto in tempo a salirci a bordo potrà portare a termine i lavori usufruendo sia della detrazione piena (il 110 per cento, appunto), sia dello sconto in fattura da parte dell’impresa che effettuerà i lavori. Non solo. I cantieri bloccati avranno una chance in più di ripartire, perché il provvedimento del governo potrebbe “riaprire” gli spazi fiscali delle banche in modo da permettere di chiudere tutti i lavori che sono stati autorizzati prima della pubblicazione del decreto con la chiusura definitiva dello sconto in fattura. Ma andiamo con ordine.
Superbonus, cosa cambia per condomini e villette
Iniziamo dai condomini. Tutti quelli che hanno adottato la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e hanno anche presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata (la cosiddetta Cila), potranno ancora cedere all’impresa che effettua i lavori il credito di imposta. Di fatto effettuare le opere senza sostenere costi. Questo “salvacondotto” però, deve tenere conto dei paletti dello scorso novembre, quelli introdotti dal decreto 176 del 2022. Quel provvedimento stabiliva che, per poter usufruire anche nel 2023 del Superbonus del 110 per cento, era necessario aver presentato la Cila entro il 25 novembre del 2022 e aver deliberato i lavori nell’assemblea condominiale entro il 24 novembre. Questi due paletti restano validi.
IL PASSAGGIO
Anche per le villette il nuovo decreto del governo salva lo sconto in fattura soltanto per chi ha già presentato la Cila.
Molte imprese interessate a comprare crediti dalle banche, insomma, sono state spaventate dal rischio di finire coinvolte loro malgrado in eventuali sequestri della magistratura pur avendo acquistato in buona fede dalle banche. Il decreto approvato ieri dal governo rimuove questo ostacolo. Chi comprerà, o ha comprato, un credito fiscale non risponderà di eventuali truffe in solido con chi lo ha venduto, se dimostrerà di avere in suo possesso il titolo edilizio abilitativo degli interventi, la notifica preliminare dell’avvio dei lavori all’azienda sanitaria locale, la documentazione fotografica o video geolocalizzata che dimostri che le opere sono state effettivamente realizzate, le fatture e le ricevute comprovanti le spese sostenute. Per le imprese intenzionate ad acquistare crediti fiscali dalle banche, basterà farsi rilasciare un’attestazione dallo stesso istituto finanziario del possesso di tutta questa documentazione. Questa misura introdotta dal governo, dovrebbe permettere alle banche di cedere agevolmente crediti fiscali alle imprese clienti, liberando spazio per nuove operazioni in modo da far ripartire i cantieri bloccati.
L’APPELLO
«È fondamentale», ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, «che si riattivi la possibilità da parte degli intermediari finanziari dell’acquisto dei crediti, bloccato per l’incertezza normativa che noi in questo decreto risolviamo». Giorgetti ha anche lanciato un appello alle banche. «Lo voglio dire a tutto il sistema», ha detto. «A questo punto vengono meno gli alibi», ha sottolineato spiegando poi che il decreto «in termini normativi sarà l’ultimo intervento, credo, ma non sarà l’ultimo intervento per le 25mila imprese» con crediti da scontare. La saga insomma, potrebbe non essere ancora del tutto finita. Anche perché sul Superbonus non mancano i distinguo all’interno della stessa maggioranza di governo. Lo stesso esecutivo ha deciso di confrontarsi con le associazioni maggiormente coinvolte da queste misure lunedì prossimo.
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