Superbonus 110, detrazione 10 anni a banche e imprese: salta la misura a favore dei redditi bassi

Tuttavia, sarà garantita la possibilità di utilizzare i crediti non ancora utilizzati in 10 rate annuali per le banche e le imprese che li hanno acquistati

Superbonus 110, detrazione 10 anni a banche e imprese: salta la misura a favore dei redditi bassi
L'idea di estendere a 10 anni il periodo per consentire ai privati di recuperare in detrazione le spese del superbonus 110 non sarà inclusa nel pacchetto di emendamenti...

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L'idea di estendere a 10 anni il periodo per consentire ai privati di recuperare in detrazione le spese del superbonus 110 non sarà inclusa nel pacchetto di emendamenti riformulati al decreto superbonus. Questa ipotesi era stata presa in considerazione con l'obiettivo di aiutare coloro che hanno redditi più bassi, ma non verrà implementata. Tuttavia, sarà garantita la possibilità di utilizzare i crediti non ancora utilizzati in 10 rate annuali per le banche e le imprese che li hanno acquistati. Questa opportunità era già prevista dall'Aiuti quater.

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Superbonus 110, il dettaglio della misura

L'emendamento relativo a banche e imprese parte da una misura introdotta dal decreto Aiuti quater che consentiva la fruizione in 10 anni (anziché in 4) dei crediti d'imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura non ancora utilizzati. L'Aiuti quater limitava questa possibilità ai crediti comunicati all'Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022: ora l'emendamento estende questo termine fino al 31 marzo 2023. Viene inoltre esteso l'ambito dei lavori cui i crediti sono legati: non più solo quelli del superbonus 110%, ma anche quelli per il superamento e l'eliminazione di barriere architettoniche, misure antisismiche e ristrutturazioni edilizie.

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Si va verso un ulteriore allargamento dell'esclusione dalla responsabilità in solido nell'acquisto dei crediti del superbonus, comprendendo tutti i cessionari che acquistano da una banca. Lo prevede un emendamento riformulato al decreto sulla cessione dei crediti, che sarà sottoposto domani al voto della commissione Finanze della Camera. Il decreto già esclude dalla responsabilità i cessionari dei crediti di imposta che dimostrino di aver acquisito i crediti e che siano in possesso di una specifica documentazione. La modifica estende ulteriormente l'ambito dell'esclusione dal concorso nella violazione a tutti i cessionari che acquistano i crediti d'imposta da una banca o da altra società appartenente al gruppo bancario della medesima banca, o da una società quotata o da altra società appartenente al gruppo della medesima società quotata, sempre a condizione che il soggetto cedente abbia provveduto a rilasciare un'attestazione di possesso della documentazione relativa alle opere che hanno originato il credito di imposta. Un altro emendamento riformulato, inoltre, integra la l'elenco dei documenti da possedere, prevedendo tra l'altro anche la visura catastale storica, modifiche sulla documentazione sull'efficienza energetica e sugli obblighi di riciclaggio e aggiungendo la documentazione per gli interventi di riduzione del rischio sismico e il contratto di appalto tra chi ha realizzato i lavori e il committente.

 

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Il Messaggero