L'idea di estendere a 10 anni il periodo per consentire ai privati di recuperare in detrazione le spese del superbonus 110 non sarà inclusa nel pacchetto di emendamenti riformulati al decreto superbonus. Questa ipotesi era stata presa in considerazione con l'obiettivo di aiutare coloro che hanno redditi più bassi, ma non verrà implementata. Tuttavia, sarà garantita la possibilità di utilizzare i crediti non ancora utilizzati in 10 rate annuali per le banche e le imprese che li hanno acquistati. Questa opportunità era già prevista dall'Aiuti quater.
Superbonus 110, il dettaglio della misura
L'emendamento relativo a banche e imprese parte da una misura introdotta dal decreto Aiuti quater che consentiva la fruizione in 10 anni (anziché in 4) dei crediti d'imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura non ancora utilizzati.
#urso: «80% #incentivi auto andato a quelle prodotte all’estero. Vanno calibrati meglio per promuovere produzione in Italia» https://t.co/qLCVWvoRZd
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) March 26, 2023
Il Superbonus e le case popolari dimenticate
Superbonus, verso scudo rafforzato
Si va verso un ulteriore allargamento dell'esclusione dalla responsabilità in solido nell'acquisto dei crediti del superbonus, comprendendo tutti i cessionari che acquistano da una banca. Lo prevede un emendamento riformulato al decreto sulla cessione dei crediti, che sarà sottoposto domani al voto della commissione Finanze della Camera. Il decreto già esclude dalla responsabilità i cessionari dei crediti di imposta che dimostrino di aver acquisito i crediti e che siano in possesso di una specifica documentazione. La modifica estende ulteriormente l'ambito dell'esclusione dal concorso nella violazione a tutti i cessionari che acquistano i crediti d'imposta da una banca o da altra società appartenente al gruppo bancario della medesima banca, o da una società quotata o da altra società appartenente al gruppo della medesima società quotata, sempre a condizione che il soggetto cedente abbia provveduto a rilasciare un'attestazione di possesso della documentazione relativa alle opere che hanno originato il credito di imposta. Un altro emendamento riformulato, inoltre, integra la l'elenco dei documenti da possedere, prevedendo tra l'altro anche la visura catastale storica, modifiche sulla documentazione sull'efficienza energetica e sugli obblighi di riciclaggio e aggiungendo la documentazione per gli interventi di riduzione del rischio sismico e il contratto di appalto tra chi ha realizzato i lavori e il committente.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout