Statali, i sindacati chiedono 1,5 miliardi in più per il contratto

Statali, i sindacati chiedono 1,5 miliardi in più per il contratto
I sindacati alzano la posta a pochi giorni dal tavolo convocato dalla ministra della Pa, Fabiana Dadone, sul pubblico impiego. «Non siamo disponibili a sederci al tavolo per...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I sindacati alzano la posta a pochi giorni dal tavolo convocato dalla ministra della Pa, Fabiana Dadone, sul pubblico impiego. «Non siamo disponibili a sederci al tavolo per trattare senza che vi sia una previsione chiara

delle risorse», è la minaccia di Cgil, Cisl e Uil che stimano in un 1,5 miliardi di euro la dote aggiuntiva necessaria per far ripartire la contrattazione.

Una presa di posizione che arriva quando manca una settimana
precisa al primo incontro fissato per stilare un memorandum che
tracci il percorso per i rinnovi. Sul piede di guerra anche i
sindacati autonomi, come la Confasl Unsa.
Con l'ultima manovra lo stanziamento è arrivato a 3,4
miliardi. Una cifra considerata insufficiente per alimentare
tutte le richieste. Perché nel menù non ci sono solo gli
incrementi retributivi legati alla tornata 2019-2021. I
sindacati reclamano la stabilizzazione del cosiddetto 'elemento
perequativò, che permette di assicurare un aumento minimo anche
ai redditi più bassi e di non penalizzare i beneficiari di
quello che è oggi il bonus degli 80 euro e domani diventerà il
taglio del cuneo fiscale. Per le sigle del pubblico impiego c'è
poi da mettere mano alla classificazione del personale,
alleggerendo il peso delle tasse sul salario accessorio. Ecco
che il budget cresce. Per rimpinguarlo servirà la prossima
manovra. Ma l'impegno potrebbe essere preso prima, già con il
Def di aprile. Tanto che la ministra ieri si è detta pronta ad
entrare nel vivo della contrattazione in primavera. «Non
tratteremo senza risorse», ribadiscono però i segretari generali
di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino,
Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco.
Sulla stessa linea Massimo Battaglia della Confsal Unsa: «sì
all'apertura della contrattazione ma con soldi certi, non con
intese e memorandum».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero