Smart working, decreto proroghe: a lavoro sulla via semplificata per la PA fino al 30 settembre

Smart working, decreto proroghe: a lavoro sulla via semplificata per la PA fino al 30 settembre
(Teleborsa) - Nel prossimo decreto proroghe oltre al rinvio dello stop alle cartelle esattoriali, potrebbero trovare spazio anche nuove misure dedicate al lavoro agile nella PA....

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(Teleborsa) - Nel prossimo decreto proroghe oltre al rinvio dello stop alle cartelle esattoriali, potrebbero trovare spazio anche nuove misure dedicate al lavoro agile nella PA. Come ha anticipato il Sole 24 Ore, infatti, il governo sta valutando la possibilità per le amministrazioni pubbliche di far slittare al 30 settembre l'accesso alla via semplificata allo smart working, cioè senza il bisogno del preventivo accordo individuale.


La misura sarebbe accompagnata anche dal decadimento delle soglie minime. Una misura pensata dall'esecutivo per garantire alle amministrazioni una maggiore libertà di azione e di organizzazione, anche alla luce della volontà di parametrare le possibilità del lavoro agile a obiettivi di efficienza dei servizi. Tale misura però andrebbe a minare gli incentivi previsti alla presentazione da parte della PA dei cosiddetti "Pola" – Piani organizzativi del lavoro agile – la cui mancata presentazione al momento dimezza le quote obbligatorie. Tali soluzioni del settore pubblico potrebbe essere prese in considerazione anche per quello privato, come ha indicato ieri il ministro Andrea Orlando ieri uscendo dalla riunione con i sindacati.

Nel decreto dovrebbe trovare posto anche il rinvio delle notifiche delle cartelle esattoriali. In base all'ultimo decreto Sostegni che ha fissato la nuova sospensione fino al 30 aprile, l'Agenzia delle Entrate a partire dal 3 maggio può tornare a notificare ai contribuenti il procedimento di riscossione coattiva del credito. Resta da valutare l'impatto economico della misura: l'ultimo rinvio di due mesi è costato ai saldi della finanza pubblica circa 500 milioni di euro. Ora le risorse andranno pescate dal nuovo decreto Sostegni bis, basato sullo scostamento di Bilancio da 40 miliardi approvato dal Parlamento.


Occorrerà quindi trovare un equilibrio con le misure che saranno dedicate alle imprese e i 5 miliardi già destinati al finanziamento del fondo complementare al Pnrr. Per tale ragione è prevista in mattinata una riunione MEF-Agenzia delle Entrate per valutarne l'impatto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero