Scuola, si torna ai concorsi ma restano beffati precari e docenti non stabilizzati

Scuola, si torna ai concorsi ma restano beffati precari e docenti non stabilizzati
(Teleborsa) - "Approvata l'ennesima riforma della scuola che allontana l'Italia dall'Europa". La denuncia arriva dal sindacato della scuola Anief, sulla base del previsto ritorno...

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(Teleborsa) - "Approvata l'ennesima riforma della scuola che allontana l'Italia dall'Europa". La denuncia arriva dal sindacato della scuola Anief, sulla base del previsto ritorno ai concorsi inserito nella Manovra, che secondo il sindacato dimostra "l'incapacità di reclutare i docenti specializzati presso le Università dal 2012 attraverso il doppio canale di reclutamento" ed apre la strada a nuove vertenze per chi ha lavorato 36 mesi senza abilitazione.


"È un vero peccato, perché il doppio canale di reclutamento rimane un passaggio obbligato per garantire la continuità didattica e per rispondere alle accuse dell'Europa come aveva chiarito la Consulta e la Cassazione", afferma il leader del sindacato Marcello Pacifico.

Tra le novità apportate dal testo definitivo del disegno di Legge di Stabilità, che sarà pubblicato in Gazzetta dopo l'ultimo passaggio formale alla Camera, c'è quella del ritorno ai concorsi con l'accesso garantito solo a chi è in possesso di laurea se conseguita con 24 crediti formativi in discipline antropo–psico–pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

Sempre l'Anief sottolinea che "arriva al capolinea, senza mai essere partito, il FIT, il percorso triennale di formazione e reclutamento dei docenti" che il sindatato aveva già etichettato come "troppo lungo e tortuoso".

"Ma i veri e propri beffati sono i precari storici", sottolinea il sindacato, denunciando che per questa categoria "invece di un concorso riservato è garantito soltanto il 10% dei posti del nuovo concorso".

"La mancata riapertura delle GaE, chiesta a gran voce sempre dall'Anief, bocciata in estate dopo esser passata nel testo approvato dal Senato del disegno di legge Milleproroghe pone un nuovo problema sul contenzioso relativo all'abuso da parte dello Stato italiano sui contratti a termine".


"Ancora una volta, la parola passerà ai tribunali visto che l'esclusione dal piano di immissioni in ruolo del personale docente non abilitato e del personale ATA insieme al venir meno del fondo per il risarcimento e dal limite dei contratti fanno decadere quelle misure atte a evitare la stabilizzazione di tutti i supplenti", aggiunge Pacifico.. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero