Tutele minime per tutti e un trattamento da lavoro subordinato per chi fa il ciclofattorino di mestiere e non saltuariamente. Così la maggioranza interviene sulla questione...
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L'approdo in Aula è invece fissato per giovedì 10, ma potrebbe scivolare anche a martedì 15. Di sicuro sul tema rider il lavoro è avanti. La stessa ministra Nunzia Catalfo, si dice «molto soddisfatta». In sostanza c'è un doppio binario, per chi trasporta pasti in sella solo saltuariamente, mettendo insieme meno di 5 mila euro annui, viene garantito un nucleo di diritti inderogabili (divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai contratti, salute e sicurezza, tutele previdenziali). Per coloro che invece vivono di quei guadagni scatta la tutela del lavoro subordinato. Nel dettaglio, sindacati e aziende possono mettersi d'accordo, hanno un anno di tempo per farlo, e «definire criteri di determinazione del compenso complessivo che tengano conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dell'organizzazione del committente».
La mancata stipula di questi contratti non può però comportare una remunerazione basata sulle consegne: «ai lavoratori deve essere assicurato un compenso minimo orario parametrato ai minimi tabellari stabiliti dai contratti collettivi nazionali di settore affini». Il richiamo più volte fatto è al comparto della logistica, per cui tra l'altro si è appena attivato il tavolo di rinnovo. L'obiettivo però, spiega il presidente dei senatori Iv, Davide Faraone, è spingere le parti ad arrivate a un'intesa. Le modifiche pattuite vanno anche oltre il perimetro dei rider, toccando uno degli articoli del Jobs act. Si allargano infatti le maglie della subordinazione, restringendo di conseguenze quelle delle collaborazioni considerate lecite.
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Il Messaggero