OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Cattive notizie per i circa 700mila percettori del reddito di cittadinanza che si rifiutano di lavorare. Per smuoverli il governo si appresta a fare entrare in campo le agenzie di reclutamento private. L’ipotesi di mettere in panchina i centri per l’impiego, a corto di personale e incapaci di trovare lavoro agli utenti, sta prendendo sempre più corpo nel cantiere del nuovo reddito di cittadinanza.
Reddito cittadinanza, il caso a Napoli. «Camerieri spariti, in sala mio cugino 88enne»
Reddito di cittadinanza, stretta sulle regole
Spiega la sottosegretaria al lavoro Tiziana Nisini: «C’è bisogno di creare quanto prima una sinergia tra pubblico e privato che ancora manca. Al momento il reddito di cittadinanza è strutturato affinché le offerte di lavoro provengano dai centri per l’impiego, ma quando si scorrono i dati si scopre che questi ultimi statisticamente offrono il 4% delle opportunità lavorative l’anno.
Esiste, quindi, un 96% di opportunità lavorative gestite dal mondo privato attraverso le agenzie per il lavoro al quale bisogna attingere». Insomma ci penseranno le agenzie private a trovare lavoro ai beneficiari del sussidio. Non solo. Tutte le offerte saranno tracciate, a differenza di come avviene adesso, e così chi si rifiuterà di lavorare non potrà più farla franca (dopo tre rifiuti si perde il diritto al contributo). «Al momento, per come è strutturato il sistema, un lavoratore può voltare le spalle anche a 100 offerte di lavoro senza che nessuno se ne accorga. Lavoriamo perciò a una banca dati nazionale per avere un quadro completo delle domande e delle offerte di lavoro», continua la sottosegretaria al lavoro in quota Lega.
Briatore: «I giovani in estate non hanno voglia di lavorare, il Reddito andrebbe sospeso»
Tornando ai centri per l’impiego, il problema è che ancora aspettano che entrino in servizio gli oltre 11 mila operatori promessi dal governo gialloverde: le Regioni, responsabili delle assunzioni, si sono mosse in ritardo, causa Covid, e così all’appello ne mancherebbero oggi circa 10 mila.
LA MODIFICA
Tant’è che tra le modifiche all’aiuto al vaglio del ministero non ci sono solo quelle che riguardano il maggiore coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private o l’allestimento di una banca dati che tenga traccia di tutte le offerte di lavoro. Si valuta anche la possibilità di accorciare da tre a due mesi la durata dei contratti che non possono essere rifiutati. Per il ministero del Lavoro è altrettanto prioritario introdurre una nuova condizionalità legata alla formazione: chi ha solo la quinta elementare dovrò seguire un percorso di studio o gli verrà chiesto di rinunciare all’assegno. Attualmente la platea dei percettori del reddito di cittadinanza è composta in larga parte da persone non sufficientemente formate. Circa il 70% dei beneficiari ha al massimo un titolo di istruzione secondaria inferiore. Coloro che accedono al beneficio e sono in possesso di un titolo di istruzione terziaria costituiscono meno del 3% dell’utenza. Il comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno, ha invece fatto notare che è necessario correggere i parametri in base ai quali vengono stabiliti gli importi da assegnare, perché le famiglie risultano svantaggiate rispetto ai single. Pure il limite dei dieci anni di residenza per i richiedenti extracomunitari potrebbe essere rivisto al ribasso. Poi c’è da affrontare il capitolo relativo agli scarsi controlli. Sempre la sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini snocciola i numeri che ne fotografano l’inefficacia: «Nel 2020 sono stati circa 6.000 i truffatori del reddito, che hanno percepito oltre 50 milioni di euro, tra loro intestatari di ville, auto di lusso e mafiosi con condanne definitive. Non basta ripensare il sistema dell’accesso al contributo: la documentazione fornita al momento della richiesta dovrà dare in futuro maggiori garanzie». I dati aggiornati dell’Inps sui beneficiari del reddito di cittadinanza e gli importi erogati indicano che il sussidio quest’anno è già costato 5 miliardi e di questo passo l’asticella dovrebbe sfiorare la soglia dei 9 miliardi entro dicembre. A luglio hanno ricevuto l’aiuto (che in media è risultato pari a 579 euro) 1,2 milioni di famiglie.
Francesco Bisozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Messaggero