Con tecnologie italiane si potranno migliorare concretamente le condizioni di lavoro di operai e impiegati con più di 50 anni. Ci sta lavorando il Politecnico di Milano in...
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Il traguardo di aiutare gli ultracinquantenni a lavorare meglio è molto più vicino di quanto si pensi. Già oggi, registrando segnali emessi dalla voce, dai movimenti degli occhi, dalla frequenza cardiaca e dalla capacità di conduzione della pelle, i sistemi di Intelligenza Artificiale possono misurare con precisione scientifica le emozioni ma anche il livello di motivazione e in definitiva la salute dei lavoratori.
In una società che invecchia il tema è tanto importante quanto delicato per le evidenti implicazioni sulla privacy che si intreccia con l'interesse comune di aziende e dipendenti alla tutela della salute e alla qualità della vita, lavorativa e non.
Ma come funziona la collaborazione fra il Politecnico meneghino e PerVoice? "PerVoice ha sviluppato una soluzione che trascrive il parlato con una modalità rispettosa della privacy - spiega Licia Sbattella, Direttore del Laboratorio ArcsLab del Politecnico - Su questa base il nostro software riconosce in modo automatico le emozioni espresse da chi parla. Quindi siamo di fronte ad una integrazione e a uno scambio tecnologico molto importante".
"La collaborazione con il Politecnico consolida l'impegno per lo sviluppo di tecnologie inclusive destinate a favorire la comunicazione e le relazioni tra le persone", sottolinea Paolo Paravento. amministratore delegato di PerVoice.
WorkinAge è dunque una storia ancora agli albori di come Intelligenza artificiale, Human Computer Interaction e sensori IoT (Internet of things) possano verificare le condizioni cognitive fisiologiche e ambientali e prevenire i rischi per la salute dei lavoratori. E' strategico che un paese manifatturiero come l'Italia sviluppi questo tipo di tecnologie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero