Petrolio sotto i 30 dollari, minimo dal 2003. Il crollo allarma l'Opec: possibile vertice straordinario

Petrolio sotto i 30 dollari, minimo dal 2003. Il crollo allarma l'Opec: possibile vertice straordinario
Il petrolio cala a New York sotto i 30 dollari al barile, ai minimi dal dicembre 2003. La discesa continua del greggio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il petrolio cala a New York sotto i 30 dollari al barile, ai minimi dal dicembre 2003.


La discesa continua del greggio allarma i paesi produttori. "E' necessaria una riunione straordinaria dell'Opec ad inizio marzo", ha dichiarato Emmanuel Ibe Kachikwu, presidente dell'Opec e ministro nigeriano per le Risorse petrolifere. L'annuncio di Kachikwu, arriva durante una conferenza ad Abu Dhabi, dove il ministro nigeriano  spiegato che alcuni membri dell'Opec stanno spingendo per una riunione di emergenza. Di diverso parere gli Emirati Arabi Uniti che sembrano respingere l'idea.

Stamani il brent aveva aggiornato i minimi dall'aprile del 2004 sfondando i 30,5 dollari al barile. Poi le quotazioni avevano in parte recuperato fino a tornare in rialzo, dando respiro ai mercati azionari europei. In serata però anche oltreoceano una nuova picchiata, tra i timori che nell'aggiornamento settimanale del mercoledì emergerà un nuovo e deludente aumento delle scorte: il greggio Wti a New York scivola su livelli che non vedeva da dodici anni, con un tonfo fino 29,93 dollari, rompendo una importante soglia psicologica. Poi in chiusura leggera risalita fino a 30,5 dollari (-2,9%).

Il quadro poi resta complesso e l'ombra della sovrapproduzione preoccupa ormai anche le grandi banche d'affari: dopo la voce quasi solitaria di Goldman Sachs nei giorni scorsi, oggi anche Citigroup si è spinta a prevedere che le quotazioni possano crollare fino a 20 dollari al barile.

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero