Pensioni, assegno di cittadinanza di 780 euro al mese

Di Maio, Conte e salvini
La "pensione di cittadinanza" sarà una parte del più ampio progetto del reddito di cittadinanza, per il quale il governo intendere mettere a disposizione...

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La "pensione di cittadinanza" sarà una parte del più ampio progetto del reddito di cittadinanza, per il quale il governo intendere mettere a disposizione complessivamente 9 miliardi l'anno a partire dal 2019. L'idea annunciata dal Movimento Cinque Stelle è fare in modo che nessun pensionato si trovi ad avere un reddito inferiore ai 780 euro mensili. Si tratterebbe dunque di integrare gli attuali assegni che si collocano al di sotto di questa soglia, tra cui pensioni al minimo, assegni sociali, eventualmente trattamenti di invalidità civile. Sono previste inoltre una serie di maggiorazioni in determinate circostanze. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che non hanno versato abbastanza contributi durante la vita attiva e quindi si trovano sostanzialmente a godere di benefici di natura assistenziale.


Attualmente queste prestazioni sono erogate sulla base delle condizioni economiche dell'interessato ed in molti casi viene preso in considerazione anche il reddito del coniuge. Per analogia al reddito di cittadinanza si passerebbe invece dal prossimo anno ad un filtro basato sull'Isee, indicatore di situazione economica equivalente, che comprende anche i valori patrimoniali tra cui abitazioni e conti correnti. Potrebbe quindi accadere che una parte della platea non abbia più diritto alle prestazioni proprio a seguito della nuova valutazione. Inoltre i pensionati dovrebbero comunque presentare l'Isee al posto delle attuali certificazioni gestite direttamente dall'Inps. Un'altra opzione presa in considerazione prevede quindi che sia scontata dal beneficio una somma corrispondente al cosiddetto affitto imputato in caso il pensionato sia proprietario di casa.


Si ragiona quindi su una clausola di salvaguardia che permetta comunque agli interessati - nella peggiore delle ipotesi - di mantenere lo status attuale rinunciando al nuovo meccanismo nel caso si riveli più svantaggioso. Sono adempimenti non semplici che andrebbero comunicati agli interessati e quindi prevedibilmente potrebbero rallentare il passaggio al nuovo sistema, nei primi mesi del prossimo anno.
Luca Cifoni Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero