Una vita di lavoro e poi finalmente arriva la meritata e sudata pensione. Funziona così per molti. Ma non per tutti. C'è una bella fetta di italiani...
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In pratica, pensionati di professione. Sì, perché stiamo parlando di un vero e proprio esercito di persone che hanno smesso di lavorare prima del 1980 e sono ancora pensionati. Numeri alla mano, sono in pensione da più anni di quelli in cui hanno lavorato.
L'età alla decorrenza delle pensioni liquidate prima del 1980 è di 49,9 anni per la vecchiaia e di 46,4 per l'anzianità, mentre per i superstiti da assicurato è di 41,5 anni (45,7 per i superstiti da pensionato). Per i pensionati del settore privato l'età è un po' più alta per i trattamenti di vecchiaia (compresa l'anzianità) con 54,7 anni, mentre è più bassa per i superstiti con appena 40,7 anni al momento della liquidazione della pensione. Il dato dei pubblici risente chiaramente delle pensioni «baby» e quindi delle uscite dal lavoro con 20 anni di contributi o meno (14 anni sei mesi e un giorno per le donne con figli)
Se per le pensioni del settore privato l'importo medio degli assegni liquidati prima del 1980 è largamente inferiore a mille euro al mese (807 euro mensili i trattamenti di vecchiaia, 526 euro quelli ai superstiti) per le pensioni dei pubblici l'importo medio supera i 1.660 euro al mese nel caso della vecchiaia e i 1.465 in quello dell'anzianità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero