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Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano, si è concentrato sugli sprechi e ha sottolineato come la macchina della pubblica amministrazione sia troppo lenta a muoversi e questo perché, ha spiegato l'economista, «l'opinione pubblica italiana non ritiene che sia una priorità».
Per ripartire Cottarelli individa tre priorità: primo la riforma della pubblica amminstrazione, che vuol dire far muovere rapidamente la macchina, sfoltire le leggi e creare un sistema per misurare i risultati e premiare il merito. Secondo la riforma della gustizia, perché il sistema italiano è penalizzato da una giustizia lenta e terzo gli investimenti pubblici «cominciando dalle piccole opere e non dalle grandi opere che consentono ai politici di andare a tagliare i nastri. I cittadini hanno problemi più concreti, come le buche o non dover aspettare ore per l'autobus».
Sul Recovery fund Cottarelli ha poi chiarito «che in realtà le risorse Ue a disposizione sono molte di più. Basti pensare agli acquisti di titoli di Stato della Bce: per l'Italia valgono circa 220 miliardi solo nel 2020. L'anno prossimo forse saranno meno, ma parliamo comunque di oltre 100 miliardi. E sarà cruciale fare in modo di investire su fronti che lascino qualcosa alle generazioni future. Di qui il nome del fondo Next generation».
«Di sicuro - ha aggiunto - servono investimenti in infrastrutture e nei piani verdi, fino ad arrivare alla necessaria dote di risorse da impegnare in digitalizzazione, pubblica istruzione, ricerca e miglioramento della giustizia e Pubblica amministrazione. Bisogna far funzionare i servizi pubblici, è evidente. Si tratta di capitoli che andranno dettagliati e comportano tutti una spesa anche elevata, ma sarà una spesa temporanea». E alla domanda: Come evitare gli sprechi? Cottarelli risponde: «Ovviamente questo rischio c'è. Quando arrivano tanti soldi, si sente meno la necessità di risparmiare».
Secondo Cottarelli inoltre ora più che mai non è tempo di spending review. «Proprio così: è difficile immaginare ora - spiega - a una revisione della spesa che consenta di risparmiare qualcosa.
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Il Messaggero