(Teleborsa) - "Il gasdotto Nord Stream è stato colpito da un grave sabotaggio, sono state trovate tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei rinvenuti": è la conclusione...
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"Durante le indagini sulla scena del crimine condotte nel Mar Baltico sono stati raccolti molti reperti e l'area è stata accuratamente analizzata. Le analisi effettuate mostrano residui di esplosivo su diversi oggetti estranei rinvenuti. Il lavoro di analisi avanzata continua per trarre conclusioni più affidabili sull'incidente", ha dichiarato il procuratore Ljungqvist in un comunicato stampa. "La collaborazione tra le autorità svedesi e quelle di altri Paesi è eccellente. Per il proseguimento delle indagini preliminari e delle varie collaborazioni in corso è importante poter lavorare in tranquillità", ha aggiunto.
Secondo Ljungqvist, l'indagine preliminare è molto complessa ed estesa e non è ancora chiaro se qualcuno sarà accusato di un reato.
Quella del sabotaggio, del resto, è l'ipotesi che si era fatta largo fin dalle prime ore. Ad avvalorarla, i dati diffusi a fine settembre dai sismologi svedesi che hanno registrato delle esplosioni vicino ai gasdotti Nord Stream nelle 36 ore precedenti il fatto. Secondo un report citato da Svt le stazioni di misurazione sia in Svezia che in Danimarca avevano, infatti, registrato forti esplosioni sottomarine nella stessa area delle perdite di gas. "Non c'è dubbio che si tratti di esplosioni – aveva affermato Bjorn Lund, docente di sismologia presso la Swedish National Seismic Network –. La prima esplosione è stata registrata alle 2,03 della notte di lunedì e la seconda alle 19,04 di lunedì sera. Gli avvisi sulle fughe di gas sono arrivati dall'amministrazione marittima rispettivamente alle 13,52 e alle 20,41 di lunedì, dopo che le navi hanno rilevato bolle in superficie. Si può vedere chiaramente come le onde rimbalzano dal fondo alla superficie. Non c'è dubbio che è stata un'esplosione". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero