Moody's avverte l'Italia e mette sotto osservazione il rating 'Baa2' per un possibile downgrade. Una decisione che prende le mosse dal «significativo rischio...
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L'analisi di Moodys' arriva mentre il premier incaricato Giuseppe Conte lavora alla squadra di governo e cerca di trovare l'equilibrio fra il pressing del Colle e quello di Luigi Di Maio e Matteo Salvini. «Lontano dall'offrire la prospettive di un ulteriore risanamento di bilancio, il contratto» di Lega e Movimento 5 Stelle «include potenziali costose misure su tasse e spesa, senza una chiara proposta su come finanziarle», afferma Moody's. E «anche se alcune delle proposte originarie della coalizione sono state modificate nell'accordo finale - si aggiunge - queste portano lo stesso a una più debole, e non più forte, posizione di bilancio andando avanti».
Meno rischi invece sul fronte di una possibile uscita dall'euro: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - si sottolinea - «ha un significativo potere nell'assicurare che qualsiasi governo onori gli impegni internazionali inclusi quelli assunti» con l'appartenenza all'area dell'uro. «Anche se alcune delle misure» proposte dalla coalizione mettono in «dubbio la volontà e la capacità dell'Italia di rispettare i suoi obblighi europei - si insiste - il rischio di risultati negativi, fino all'uscita dall'area euro, restano molto bassi».
Come basso - mette in evidenza Moody' s - «è anche il rischio di crisi di liquidità del governo», grazie anche alla «prudente» gestione del debito.
«Moody's probabilmente taglierà il rating se, avendo valutato le politiche proposte dal nuovo governo, concluderà che sono insufficienti per incanalare il debito su una traiettoria sostenibile di calo nei prossimi anni» prosegue la nota. «Non articolare e presentare una credibile agenda di riforme strutturali, che rafforzerebbe le prospettive di crescita economica, avrebbe un effetto negativo sul debito».
A preoccupare Moody's è la possibilità che le riforme passate vengano rovesciate. «Particolare attenzione sarà sul possibile rovesciamento delle riforme passate, come la riforma Fornero. In questo caso particolare, correzioni marginali con un impatto limitato non sono fonte di preoccupazione. Ma una generalizzata riduzione dell'età di pensionamento avrebbe un impatto più materiale sulla sostenibilità del sistema pensionistico» si legge nella nota.
Moody's nota come «l'Italia già spende vicino al 16% del pil sulle pensioni, una delle percentuali più alte delle economie avanzate. Anche se le attuali stime prevedono una spesa per le pensioni relativamente stabile nei prossimi decenni, queste stime sono basate» su ipotesi «ottimiste per quanto riguarda la crescita delle popolazione e dei trend di occupazione. Più che una riduzione dell'età pensionabile, l'Italia avrà probabilmente bisogno di misure ulteriori per mantenere la spesa a un ratio stabile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero