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Stop fino a fine anno delle multe a carico dei no vax, semplificazioni fiscali per gli autonomi e riapertura dei termini della Rottamazione quater per i ritardatari. Ma anche un emendamento a favore delle Università on line che è già diventato un caso. Entra nel vivo l’esame del Milleproroghe che dovrebbe arrivare in aula Camera il 12 febbraio prossimo.
Il provvedimento è all’esame della commissione Affari costituzionali e bilancio e, all’inizio della prossima settimana, la maggioranza dovrà trovare una sintesi sugli emendamenti.
Multe ai no vax
Appare probabile uno slittamento, da giugno a fine 2024, dei termini per il versamento della sanzione da 100 euro, introdotta a inizio del 2022, per sostenere e rilanciare la campagna vaccinale. La penale si applica agli ultracinquantenni che non si erano vaccinati durante la pandemia. In ballo ci sono 1,5 milioni di sanzioni per un incasso di 150 milioni. In tema fiscale la Lega preme per estendere alle partite Iva con un giro d’affari superiore ai 140 mila euro la possibilità di spalmare i versamenti delle imposte su 12 mesi.
Rottamazione quater
Conferme sul fronte della Rottamazione quater.
IL PASSAGGIO
Intanto nel Milleproroghe scoppia il caso dell’emendamento salva-Università telematiche. O meglio, sarebbe forse meglio dire, salva-profitti per gli atenei on line. Nella sostanza il comma si limita a posticipare di un anno, una norma che dovrebbe essere in vigore già dal 2012 e che obbliga le università telematiche ad adeguarsi agli stessi standard qualitativi degli atenei classici, che sono molto stringenti. Uno dei principali indicatori per misurare la qualità della proposta formativa è il rapporto tra il numero di docenti e quello di studenti all’interno dei corsi. Secondo il monitoraggio dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario vigilata dal ministero dell’Istruzione e del merito, le università tradizionali hanno messo a disposizione un docente ogni 28,5 studenti in media, mentre negli atenei telematici il rapporto sale a 384,8 studenti per ogni professore. Questo, insomma, determina costi inferiori e ricavi decisamente più alti per la stessa tipologia di corso ed è indubbio che a risentirne sia la qualità della formazione.
La disparità nei requisiti ha da tempo acceso un campanello d’allarme anche del’Anac, l’Autorità anticorruzione, che ha chiesto di rendere omogenea la disciplina applicabile alle università on line con quella degli atenei classici. Esattamente l’opposto di quanto avverrebbe se l’emendamento proposto al milleproroghe ricevesse il parere favorevole del governo e fosse approvato.
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Il Messaggero