Cinquecento miliardi per rilanciare l'economia del Vecchio Continente: una proposta declinata in quattro pagine di documento congiunto, per rimettersi alla testa...
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Recovery Fund in salita, il fronte del Nord frena: solo emissioni limitate
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Il documento franco-tedesco vuole presentarsi come un compromesso tra la posizione dei Paesi dell'Europa meridionale, con Italia e Francia in testa, e quella dei nordici più rigorosi dal punto di vista fiscale, di cui la Germania è capofila. Da un lato le dimensioni chieste per il fondo, 500 miliardi appunto, appaiono nettamente inferiori rispetto alla richiesta della sponda Sud, che finora ha spinto per uno stanziamento di almeno 1.000 miliardi.
Una posizione, sottolineano dal governo riguardo al documento franco-tedesco, che «è frutto del lavoro congiunto con altri partner europei, in primis l'Italia». Anche se sul fronte degli inflessibili iniziano già ad arrivare dei distinguo: la prima a rompere le fila è stata l'Austria, secondo cui il sostegno dell'Ue deve concretizzarsi in «prestiti, non aiuti». Insomma anche nei prossimi giorni ci sarà ancora molto da discutere ai tavoli europei, a partire dall'Ecofin di domani, dove le posizioni appaiono ancora distanti sull'ampiezza e la composizione del fondo per la ripresa. La prima reazione dei mercati, con lo spread in deciso calo a 215 punti base dopo l'annuncio di Parigi e Berlino, è stata decisamente positiva. Meno quella del leader della Lega Matteo Salvini: «Oggi Merkel e Macron hanno fatto una conferenza stampa da soli. Non si capisce se c'è una Ue o decidono tutto Francia e Germania. Così il Recovery fund è dimezzato ed è solo un prestito destinato ad alcuni settori». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero