Mediobanca, Del Vecchio sale ancora e arriva al 10%

Mediobanca, Del Vecchio sale ancora e arriva al 10%
Leonardo Del Vecchio sale ancora in Mediobanca e si avvicina al 10%, soglia che potrà superare solo con il via libera della Bce. Il rafforzamento, rispetto al 7,5% emerso...

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Leonardo Del Vecchio sale ancora in Mediobanca e si avvicina al 10%, soglia che potrà superare solo con il via libera della Bce. Il rafforzamento, rispetto al 7,5% emerso dieci giorni fa all'assemblea di Piazzetta Cuccia, è

avvenuto col collocamento accelerato dell'intera quota dell'8,4% di Unicredit. Il pacchetto da 785 milioni di euro, a un prezzo per azione di 10,53 euro con uno sconto del 2,3% rispetto alla chiusura di Borsa della vigilia, è stato ceduto, come ha spiegato il numero uno di Gae Aulenti, Jean Pierre Mustier, nell'ambito della strategia di disinvestimento del gruppo.

«Con il patto light la nostra quota è stata definita non strategica e, in linea con la strategia di cedere le partecipazioni non strategiche, l'abbiamo venduta», ha indicato il banchiere francese riferendosi all'accordo leggero, ridimensionato ora al 12,5%, con Mediolanum a fare da capofila (al 3,28%), seguita da Fininvest ed Edizione (2%). La holding dei Benetton è presente con il 4% anche in Generali dietro a Del Vecchio (4,8%) e Caltagirone (5%). Si tratta di un fronte di azionisti privati che condividono l'idea del numero uno di EssilorLuxottica di far crescere la compagnia assicurativa anche con una grande operazione all'estero superando la linea della prudenza seguita finora. È proprio in vista del futuro da dare a Trieste che si colloca il blitz di Del Vecchio nel socio di riferimento (al 13%) Mediobanca, dove è ora primo azionista con l'idea di puntare verso il 20%.

In vista della presentazione del nuovo piano il 12 novembre, il fondatore di Luxottica non ha risparmiato critiche sulla dipendenza dai dividendi di Generali oltre che dal credito al consumo di Compass chiedendo poi a Piazzetta Cuccia di crescere nell'investment banking.

Su quest'ultimo fronte Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, pur difendendo la diversificazione, dice che «Del Vecchio trova la porta spalanca sull'ampliamento come banca d'affari, certo si può fare meglio». In ogni caso il patto al light «è ancora più importante di prima e deve continuare e esserci».

Sul rafforzamento di Delfin tramite l'acquisto di azioni Unicredit Doris osserva che «così si sente dire sul mercato e le dirò che non mi meraviglia. Quando si va sul mercato con un collocamento si è sicuri che l'operazione è già fatta. Ci si sente prima con quattro telefonate». Poi parlando di Generali ringrazia il fondatore di Luxottica perché con Caltagirone e i Benetton è una garanzia per l'italianità del Leone.


Su questo tema c'è allarme nel mondo politico: cinque senatori M5S, preoccupati dalle manovre su Mediobanca «per concretizzare un piano di Delfin su Generali», hanno presentato un'interrogazione al governo. Vogliono sapere quali «misure urgenti intenda attivare, per impedire che aziende strategiche italiane possano finire in pasto a spregiudicate operazioni finanziarie per depredare il made in Italy».

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Il Messaggero