Bonus più lunghi, e probabilmente anche rafforzati, per convincere le famiglie a investire i propri risparmi nella modernizzazione delle abitazioni, comprese quelle che...
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IL PIANO
Per invogliare le famiglie a operare in questa direzione il governo sta quindi valutando se elevare gli incentivi in caso di doppi lavori fatti aprendo lo stesso cantiere. In questo modo, ha spiegato Morando, ci sarebbe un risparmio sui lavori stessi (un solo cantiere abbatte infatti tutta una serie di costi fissi, come il montaggio delle impalcature) ed il risparmio energetico potrebbe arrivare, soprattutto per i vecchi edifici, anche al 60%; e un maggiore rientro della spesa attraverso la più elevata agevolazione fiscale. Non solo. Per dare maggiore impulso possibile all'edilizia, ma anche puntare sul recupero delle periferie urbane, si sta ragionando, ha confermato il viceministro, per trovare «una procedura non fondata sulla detrazione Irpef che consenta anche agli incapienti di partecipare» alla ristrutturazione dei condomini «recuperando il vantaggio sul versante degli oneri da riscaldamento». Proprio i palazzoni degli anni 60-70 sono tra quelli che meno hanno aperto cantieri in questi anni, e sarebbero invece, quelli che trarrebbero i maggiori vantaggi in termini di risparmio sulla bolletta. Sul tavolo del governo c'è tra l'altro la proposta dell'Enea di creare un fondo pubblico ad hoc da cui l'amministratore potrebbe attingere per pagare i lavori a delle Energy Service Company (ESCo). Al Fondo verrebbe assegnato l'ecobonus del 65% per gli interventi di efficientamento energetico. I costi residui dei lavori sarebbero ripagati attraverso la bolletta energetica dei privati.
L. Mar.
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Il Messaggero