(Teleborsa) - "È una legge di bilancio a tempo. Giustamente hanno concentrato due terzi degli interventi sul caro-energia, ma solo sino al 31 marzo. Bisognerà capire cosa...
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Agli imprenditori, spiega, "preme" "lavorare sul Pil potenziale e la crescita del Paese" e non "prendere in tanto micro-decisioni e spostare tutto avanti di tre mesi", certo "è un bene che si sia tenuta la barra dritta sulla finanza pubblica". La fine del reddito di cittadinanza "è un annuncio. Si è preso tempo senza dire come intervenire per alzare l'occupabilità" mentre "sul cuneo non si fa un intervento decisivo - aggiunge -. Il mini-taglio aggiuntivo vale 46 euro lordi in più al mese ai dipendenti con meno redditi. Poco più di nulla. Serviva un taglio energico".
Quanto al fisco, ricorda Bononi, "una vera riforma del fisco deve essere organica, deve comprendere Irap, Ires e Irpef" mentre "in Italia si interviene solo e sempre a margine dei tributi esistenti" e "l'estensione della aliquota piatta si valuta in circa 300 milioni aggiuntivi. Il contro 2023 salirebbe così a 2,5 miliardi. Avremmo potuto tagliare il cuneo fiscale di un altro punto e mezzo".
"Il governo ha i numeri per affrontare le sfide che ci attendono, l'inflazione, la guerra, le materie prime scarse, i tassi in salita, la riforma del Patto di stabilità. Non è facile ma l'ingovernabilità non è nell'interesse del Paese" per questo "è necessario sedersi al tavolo insieme e ragionare" su un patto per l'Italia figlio della concertazione più larga, dice il numero uno degli Industriali. "Spero che il presidente del Consiglio mantenga quanto ha ribadito anche ieri e stimoli un confronto più approfondito fra tutte le parti. Un suo tratto caratteristico è l'essere coerente e mantenere la parola", sottolinea.
Sul rischio di un autunno ricco di proteste "Se annunci la riforma del reddito di cittadinanza senza dire come, è ovvio che chi vuole fomentare tensioni sociali scende in piazza", conclude Bonomi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero