Niente flat tax al 20 per cento per le partite Iva con fatturato tra i 65 mila e i 100 mila euro l’anno. E paletti più stretti per chi ha ricavi al di sotto di questa...
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PRIMA TAPPA
Nelle intenzioni del governo Conte 1 il regime sostitutivo per le partite Iva doveva essere la prima tappa dell’operazione flat tax. L’aliquota veniva ridotta al 15 per cento per piccole imprese, lavoratori autonomi e professionisti con un fatturato annuale al di sotto dei 65 mila euro. Di fatto a partire da quest’anno chi non supera la soglia può accedere ad un regime fiscale sostitutivo, che comporta vantaggi anche sul fronte della semplificazione degli adempimenti. A partire dal 2020 lo stesso meccanismo avrebbe dovuto premiare una fascia di ricavi più alta, fino ai 100 mila euro, con l’aliquota fissata al 20 per cento. Ma questa norma, a differenza dalla precedente, dovrebbe essere autorizzata dall’Unione europea. Un passaggio di per sé non scontato; comunque a quanto pare finora il via libera non sarebbe stato formalmente nemmeno chiesto. Ecco quindi che il nuovo esecutivo punta direttamente a far saltare la novità, evitando in questo modo per il prossimo anno la corrispondente riduzione di gettito. Per coloro che invece sono al di sotto della soglia la tassazione separata resterà, come ha confermato ieri lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri. Ma si vuole evitare che questa opzione sia sfruttata in modo sostanzialmente elusivo, da contribuenti che riducono artificiosamente il proprio fatturato solo per pagare meno tasse. Un segnale da guardare con attenzione è il forte incremento, nel primo semestre dell’anno, dell’apertura di nuove partite Iva. La crescita sfiora il 40 per cento e c’è il sospetto che una parte delle persone coinvolte siano lavoratori dipendenti che camuffano la propria vera attività. Lo stesso ministro ieri ha parlato di «profili critici». I correttivi potrebbero consistere in paletti ai beneficiari, sulle retribuzione dei dipendenti e sull’acquisto di beni strumentali: in questo modo la misura verrebbe riservata esclusivamente ai “piccoli”. Oppure potrebbe essere fatto un passo indietro verso il precedente regime dei minimi, che prevedeva non una sola soglia a 65 mila ma tetti differenziati, più bassi, in base all’attività svolta.
IL CONFRONTO
Anche la stretta sulle compensazioni ha l’obiettivo di evitare abusi e comportamenti scorretti.
Il Messaggero