(Teleborsa) - L'Italia è fra i paesi europei con la percentuale più alta di lavoratori a rischio povertà, pari all'11,8%, battuta solo da Lussemburgo (12,1%), Spagna (12,7%)e...
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E' quanto emerge dalla memoria trasmessa dall'Istat alla Commissione Lavoro del Senato, nell'ambito delle audizioni sulla direttiva per il salario minimo.
Più in generale, il rapporto rivela che, in Europa, quasi un occupato su dieci (9,2%) di età superiore a 18 anni è risultato a rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali. Tale rischio è fortemente influenzato dal tipo di contratto - è quasi tre volte maggiore per i
dipendenti con lavori temporanei (16,2%) rispetto a quelli con lavoro a tempo indeterminato (5,9%) - e la percentuale risulta in continuo aumento dal 2010, quando era pari all'8,3%.
Nel 2018, in Italia, le posizioni lavorative con i redditi più bassi (sotto i 7,66 euro), nel settore privato extra agricolo, erano pari al 6% del totale e riguardavano soprattutto gli apprendisti (rappresentativi del 28%) e gli operai (il 7,1%). La piaga delle paghe da fame colpisce più le donne degli uomini (6,5% contro 5,5%) e più gli stranieri che i connazionali (8,7% contro 5,4%), oltre che i giovani under '30 (10,9%). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero