La Perla, scioperi di dieci minuti ogni ora contro la decisione aziendale di tagliare 126 posti a Bologna

La Perla, scioperi di dieci minuti ogni ora contro la decisione aziendale di tagliare 126 posti a Bologna
Ancora scioperi a La Perla, storico marchio bolognese della lingerie di lusso, dopo che due giorni fa l'assemblea dei lavoratori ha approvato un nuovo pacchetto di 20 ore...

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Ancora scioperi a La Perla, storico marchio bolognese della lingerie di lusso, dopo che due giorni fa l'assemblea dei lavoratori ha approvato un nuovo pacchetto di 20 ore di astensione dal lavoro. In mattinata una parte delle lavoratrici dello stabilimento si sono riunite in cortile e hanno incrociato le braccia per protestare contro la proprietà dell'azienda che la scorsa settimana ha annunciato 126 esuberi. «La nostra posizione sulla scelta di tagliare la parte centrale dell'impianto è di totale disaccordo - ha spiegato il segretario generale della Filctem di Bologna, Roberto Guarinoni - e come stamattina andremo avanti a scioperare anche nei prossimi giorni, finché l'azienda non ci darà rassicurazioni sulle dipendenti che rischiano di perdere il posto». Le iniziative di protesta verranno decise di volta in volta, con scioperi di 10 o 15 minuti per ogni ora di lavoro, ma anche di mezz'ora o più. «Uno sciopero non preciso - lo definisce Guarinoni - abbiamo un pacchetto di 20 ore e ogni giorno stabiliremo le modalità. Chiediamo all'azienda di fermarsi un attimo e riflettere, perché in questo modo a Bologna lo stabilimento sarà destinato a chiudere». 

La scorsa settimana il gruppo, controllato dalla società d'investimento olandese Sapinda Holdings che rilevò La Perla circa un anno fa, ha comunicato l'intenzione di procedere a dichiarare un esubero di personale, impiegato a Bologna, pari a 126 unità. Per evitare i licenziamenti c'è già stato un tavolo in Regione Emilia Romagna, ma l'azienda non si è smossa di un centimetro:
«Il piano di riorganizzazione è necessario e non più
rinviabile per riportare in equilibrio la gestione operativa dell'azienda, in sofferenza da quasi 20 anni».
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Il Messaggero