Revisione della spesa e, soprattutto, delle tax expenditures. Come ogni anno riparte il tormentone della caccia alle risorse e sono queste le due voci tirate in ballo dai vari...
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Salvini, vertice con Conte e Di Maio: Iva non aumenta, risorse dalla crescita
Le tax expenditures sono più volte entrate nel mirino anche durante la nuova legislatura, in particolare da parte del Movimento 5 Stelle, che vorrebbe eliminare gli incentivi dannosi per l'ambiente, ma finora nessuno è mai riuscito davvero a intervenire perché eliminare degli sconti significa, almeno per qualche categoria, aumentare le tasse. Accanto alla promessa revisione delle agevolazioni fiscali i gialloverdi rispolverano anche la spending review: nella bozza del Pnr si parla di altri 2 miliardi congelati nel 2020 che salgono «in termini cumulativi a 3,5 miliardi nel 2021 e a 6 miliardi nel 2022». Un pò poco considerando che oltre ai 23 miliardi di Iva, il governo vorrebbe trovare almeno 12-15 miliardi per proporre un assaggio di flat tax per le famiglie e il ceto medio. Difficile, come spera Matteo Salvini, che le risorse possano venire dalla crescita che è prevista quanto mai anemica per quest'anno (appena lo 0,2%).
Nonostante le posizioni ufficiali che escludono categoricamente qualunque aumento di imposte, l'arma dell'Iva rimane la più facile da utilizzare per recuperare risorse da destinare ad altri interventi. E non a caso il sottosegretario Giancarlo Giorgetti si limita ad osservare che «adesso non si può ancora dire». Il nodo vero, quasi assente dal dibattito, è però quello del debito: il Def non può che certificare un suo aumento abbastanza sostenuto, al 132,6% quest'anno, mentre il piano di privatizzazioni e dismissioni da 1 punto di Pil, promesso a novembre e confermato nelle bozze del Documento, ancora non è nemmeno partito. Per tentare di accelerare l'esecutivo punta sulla riforma delle concessioni, ad oggi troppo «variegate» e basate su leggi «obsolete» con unico «comune denominatore» la scarsa redditività per le casse dello Stato. L'ipotesi, scritta nero su bianco, è quella di studiare il modo di fare confluire nel fondo per l'ammortamento del debito anche i maggiori proventi delle concessioni.
L'altra freccia nell'arco gialloverde è quella delle dismissioni immobiliari.
Il Messaggero