(Teleborsa) - L'Italia è un Paese sempre più spaccato a metà: se, dopo la crisi, il Nord ha ripreso a correre e con qualche difficoltà tiene il passo della locomotiva...
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"Il divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese - commenta il segretario Renato Mason - ha radici lontane che risalgono addirittura all'unità d'Italia. Purtroppo, le politiche pubbliche di sviluppo messe in campo in questi ultimi 70 anni non hanno accorciato le distanze tra queste realtà. Anzi, per certi versi sono aumentate, poiché i livelli di crescita delle regioni settentrionali sono stati decisamente superiori a quelli registrati nel Meridione, che si conferma una delle aree economiche più disagiate dell'intera Eurozona".
"Il Sud - chiarisce il coordinatore dell'ufficio studi Paolo Zabeo - può contare su una presenza di oltre 1,3 milioni di lavoratori in nero che rende le statistiche ufficiali sul mercato del lavoro meno allarmanti di quanto appaiono. Detto ciò, nessuno giustifica questo fenomeno quando è controllato da organizzazioni criminali o da caporali. Tuttavia, se il sommerso è una conseguenza del mancato sviluppo economico di un territorio, al tempo stesso rappresenta un ammortizzatore che consente a migliaia e migliaia di famiglie di non scivolare nella povertà o nell'esclusione sociale". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero