Istat, impatto costo energia abbatte margini dell'8,2% delle imprese

Istat, impatto costo energia abbatte margini dell'8,2% delle imprese
(Teleborsa) - E' attesa una decelerazione dell'economia mondiale collegata al perdurare della crisi energetica associata al cambio di intonazione della politica monetaria. Lo...

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(Teleborsa) - E' attesa una decelerazione dell'economia mondiale collegata al perdurare della crisi energetica associata al cambio di intonazione della politica monetaria. Lo ricorda la Nota mensile dell'Istat tenendo in considerazione le recenti previsioni dell'OCSE.


"In Italia, al deciso miglioramento del PIL nel secondo trimestre, si è accompagnato ad agosto il rimbalzo congiunturale della produzione industriale. Qualora l'indice a settembre assumesse lo stesso valore di agosto, si registrerebbe un modesto aumento congiunturale nel terzo trimestre.

La ripresa dei consumi si è associata nel secondo trimestre a un aumento del reddito disponibile (+1,5%) e a una significativa riduzione della propensione al risparmio che ha raggiunto il 9,3% (-2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente), un livello tuttavia ancora superiore a quello pre-crisi. Il potere di acquisto ha segnato una marginale riduzione (-0,1%).

Il mercato del lavoro, invece, ha evidenziato un'ulteriore flessione degli occupati, una riduzione dei disoccupati e un aumento degli inattivi. In un quadro caratterizzato dalla significativa riduzione dell'indice del clima di fiducia dei consumatori, nei prossimi mesi il mercato del lavoro potrebbe subire un contenuto deterioramento. A settembre, le attese sulla disoccupazione formulate dalle famiglie hanno evidenziato un peggioramento mentre quelle delle imprese sull'occupazione hanno subito una significativa flessione nella manifattura, una più contenuta nei servizi di mercato. Permangono segnali favorevoli nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio.

L'inflazione a settembre ha continuato ad accelerare, mostrando ulteriori segnali di diffusione del fenomeno. Il differenziale per l'indice armonizzato dei prezzi al consumo tra l'Italia e l'area euro ancora negativo si è ampliato rispetto al mese precedente. Le imprese esportatrici della manifattura hanno evidenziano un aumento di chi segnala costi e prezzi più elevati come un ostacolo alla produzione.


I rincari dei prezzi energetici, registrati già a partire dal 2021 a seguito della ripresa ciclica post pandemica e accentuatisi notevolmente in seguito all'invasione dell'Ucraina del 2022, costituiscono un elemento di forte rischio per l'operatività delle imprese italiane. Ad oggi, sebbene sia difficile formulare precise valutazioni quantitative sugli effetti di tale shock, è ragionevole presumere un impatto eterogeneo sui margini di profitto delle imprese. Una simulazione effettuata su microdati del 2019 mostra che l'aumento dei costi dell'energia potrebbe, con effetti differenziati nei settori, rendere negativi i margini operativi per l'8,2% delle imprese attive che impiega circa il 20% degli addetti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero