Inps, nominata Gelera e D'Ascenzo guida l'Inail. Ecco i commissari che riscriveranno le regole dei due enti

Le scelte: un’esperta di previdenza e il preside di Economia alla Sapienza

Inps, nominata Gelera e D'Ascenzo guida l'Inail. Ecco i commissari che riscriveranno le regole dei due enti
ROMA Fumata bianca per i nuovi vertici di Inps e Inail, con l'arrivo di Micaela Gelera e Fabrizio D'Ascenzo. Giorgia Meloni ha firmato il decreto del presidente del...

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ROMA Fumata bianca per i nuovi vertici di Inps e Inail, con l'arrivo di Micaela Gelera e Fabrizio D'Ascenzo. Giorgia Meloni ha firmato il decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) che individua in queste personalità i commissari straordinari per i due enti. Si tratta di un passaggio richiesto dal decreto legge con cui oltre un mese fa erano stati azzerati i consigli di amministrazione. Le nomine sono essenzialmente tecniche e giungono al termine di una discussione piuttosto lunga all'interno di maggioranza e governo. Gelera, nata a Roma nel 1972, è di professione attuaria, svolge dunque un'attività strettamente connessa al tema della previdenza. Viene considerata vicina alla ministra del Lavoro Calderone, con la quale ha collaborato in passato.

LE REGOLE

Alla guida dell'Inail, l'istituto che si occupa di infortuni sul lavoro, andrà invece Fabrizio D'Ascenzo, romano di 56 anni attualmente preside della Facoltà di economia dell'Università La Sapienza. I commissari avranno 90 giorni di tempo per cambiare i regolamenti dei due enti in base alle indicazioni del governo stesso. Tra le novità la durata del mandato allineata a quattro anni per tutti gli organismi di vertice, l'abolizione della figura del vicepresidente e il potere dei presidenti di proporre al consiglio di amministrazione la designazione dei direttori generali, ovvero le figure amministrative apicali. Sulla carta i commissari appena scelti potrebbero poi rivestire essi stessi la carica di presidente una volta che le nuove regole andranno a regime. Ma non c'è alcun automatismo su questo punto.

Intanto in Parlamento prosegue l'esame del decreto Lavoro: resta in bilico la proroga dello smart working per gli statali in bilico, mentre salta l'esonero contributivo totale per chi assume o stabilizza badanti. La commissione Affari sociali della Camera ha votato il mandato a riferire in aula alla relatrice Paola Mancini (Fdi) lasciando in sospeso proprio il tema delicato del lavoro a distanza per i dipendenti pubblici.

LA QUESTIONE

I termini della questione sono ormai noti. La possibilità per i dipendenti di optare per lo smart working al di fuori di specifici accordi è stata prorogata al 31 dicembre per i lavoratori del settore privato, se ricadono nelle categorie dei "fragili" per motivi di salute o se sono genitori di ragazzi fino a 14 anni. Nel pubblico invece la situazione resta sospesa: la scadenza è fissata al 30 giugno e un'eventuale proroga potrebbe riguardare solo i "fragili". Con una durata più contenuta, fino al 30 settembre o addirittura dal 31 agosto. Quest'ultima opzione sarebbe meno costosa, visto che, esaurendosi prima della riapertura delle scuole, permetterebbe di risparmiare sui compensi ai supplenti necessari a sostituire il personale assente. Se ne discuterà probabilmente in aula ma la soluzione potrebbe essere trovata all'interno di un altro provvedimento, come il secondo decreto dedicato a Pnrr e pubblica amministrazione che ieri era all'esame del Consiglio dei ministri. Niente da fare invece per l'idea di spingere il settore del lavoro domestico con una piena decontribuzione nel caso di assunzione o stabilizzazione di badanti. La misura richiederebbe una copertura che al momento non è stata reperita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero