Inflazione, Codacons: non democratica, penalizzati disoccupati e pensionati

Inflazione, Codacons: non democratica, penalizzati disoccupati e pensionati
(Teleborsa) - Il Covid ha rivoluzionato l'andamento dei prezzi al dettaglio e delle tariffe nel corso del 2020, portando a risparmi non indifferenti per alcune categorie di...

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(Teleborsa) - Il Covid ha rivoluzionato l'andamento dei prezzi al dettaglio e delle tariffe nel corso del 2020, portando a risparmi non indifferenti per alcune categorie di cittadini e danneggiandone altre. Lo afferma il Codacons, che ha realizzato una elaborazione sui dati Istat relativi all'inflazione media del 2020, verificando come l'andamento dei listini nei vari comparti abbia avuto effetti diversi sulle famiglie, a seconda non solo del numero di componenti del nucleo ma anche della professione svolta e dei consumi annui nei vari settori.


Si scopre così che a guadagnare di più dalla discesa di prezzi e tariffe nel 2020 sono stati i liberi professionisti, mentre disoccupati e pensionati hanno goduto meno del calo dei listini – spiega il Codacons – In linea generale la deflazione media al -0,2% ha prodotto risparmi medi pari a 40 euro annui per un pensionato che vive solo, e 94 euro per un libero professionista, con una differenza tra le due categorie del 135%.

Ma se si analizzano i vari comparti si scopre ad esempio che la forte contrazione dei prezzi nel comparto dei trasporti (-2,3%) ha determinato risparmi ingenti per i liberi professionisti (-141 euro annui), e minimi per i pensionati (-23 euro): questo perché tale voce di spesa incide in modo diverso sui bilanci a seconda della professione svolta. Un disoccupato, poi, ha registrato nel 2020 un risparmio di soli 261 euro per le spese legate al comparto "Abitazione, acqua, elettricità e combustibili" (-3,3%), mentre una famiglia con due figli ha risparmiato 378 euro: le spese legate alle utenze domestiche risentono infatti del numero di soggetti che compongono il nucleo familiare.

E proprio per questo la crescita dei listini alimentari (+1,4%) ha danneggiato i nuclei più numerosi, che hanno sostenuto un maggior esborso annuo pari a quasi +105 euro, contro i +51,2 euro del pensionato. Anche sul fronte delle comunicazioni, voce che registra un calo record dell'inflazione del -4,9%, gli effetti sono assai diversificati: un pensionato ha risparmiato solo 21 euro nel 2020, contro i 42 euro del professionista e i 46 euro della famiglia con due figli. Per bevande alcoliche e tabacchi, invece, un operario subisce un aggravio di spesa di +13,2 euro annui, contro i +4,6 del pensionato e +11 euro della famiglia "tipo".


"L'andamento dei prezzi e delle tariffe nel 2020, in conclusione, ha portato maggiori benefici ad alcune categorie di cittadini, ma ne ha danneggiato altre, a dimostrazione che il tasso di inflazione non è "democratico", e colpisce in modo diverso i consumatori a seconda delle spese e dei consumi che cambiano in base alla tipologia di famiglia e al lavoro svolto" – ha concluso il Presidente Carlo Rienzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero