Si scopre così che a guadagnare di più dalla discesa di prezzi e tariffe nel 2020 sono stati i liberi professionisti, mentre disoccupati e pensionati hanno goduto meno del calo dei listini – spiega il Codacons – In linea generale la deflazione media al -0,2% ha prodotto risparmi medi pari a 40 euro annui per un pensionato che vive solo, e 94 euro per un libero professionista, con una differenza tra le due categorie del 135%.
Ma se si analizzano i vari comparti si scopre ad esempio che la forte contrazione dei prezzi nel comparto dei trasporti (-2,3%) ha determinato risparmi ingenti per i liberi professionisti (-141 euro annui), e minimi per i pensionati (-23 euro): questo perché tale voce di spesa incide in modo diverso sui bilanci a seconda della professione svolta. Un disoccupato, poi, ha registrato nel 2020 un risparmio di soli 261 euro per le spese legate al comparto "Abitazione, acqua, elettricità e combustibili" (-3,3%), mentre una famiglia con due figli ha risparmiato 378 euro: le spese legate alle utenze domestiche risentono infatti del numero di soggetti che compongono il nucleo familiare.
E proprio per questo la crescita dei listini alimentari (+1,4%) ha danneggiato i nuclei più numerosi, che hanno sostenuto un maggior esborso annuo pari a quasi +105 euro, contro i +51,2 euro del pensionato. Anche sul fronte delle comunicazioni, voce che registra un calo record dell'inflazione del -4,9%, gli effetti sono assai diversificati: un pensionato ha risparmiato solo 21 euro nel 2020, contro i 42 euro del professionista e i 46 euro della famiglia con due figli. Per bevande alcoliche e tabacchi, invece, un operario subisce un aggravio di spesa di +13,2 euro annui, contro i +4,6 del pensionato e +11 euro della famiglia "tipo".
"L'andamento dei prezzi e delle tariffe nel 2020, in conclusione, ha portato maggiori benefici ad alcune categorie di cittadini, ma ne ha danneggiato altre, a dimostrazione che il tasso di inflazione non è "democratico", e colpisce in modo diverso i consumatori a seconda delle spese e dei consumi che cambiano in base alla tipologia di famiglia e al lavoro svolto" – ha concluso il Presidente Carlo Rienzi.
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