Industria 4.0, la scarsa cultura digitale frena l'innovazione dell'industria manifatturiera Difficile anche trovare figure professionali

Operaio al lavoro
Non c'è abbastanza cultura digitale nel Paese. E non si...

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Non c'è abbastanza cultura digitale nel Paese. E non si trovano nemmeno figure professionali adeguate. Sono questi i principali ostacoli alla digitalizzazione delle aziende manifatturiere italiane, secondo quanto rileva l’indagine «EY Digital Manufacturing Maturity Index 2019» di EY, presentata oggi a Milano. Con la seconda edizione di Manufacturing Labi, la società di consulenza ha coinvolto 400 imprenditori e AD con 9 workshop e oltre 2.000 ore di incontri per confrontarsi su temi legati alla trasformazione digitale e all’innovazione dell’industria manifatturiera italiana. A spaventare le aziende non sono i ritorni incerti e la difficoltà di trovare finanziamenti adeguati (condizione che preoccupa solo il 33% degli intervistati), ma per lo più la scarsa cultura digitale in azienda (85%), la carenza di figure professionali adeguate a far crescere l’innovazione (84%) e una limitata conoscenza del digitale, limite riconosciuto dal 30% degli imprenditori. In definitiva, rileva l’indagine «EY Digital Manufacturing Maturity Index 2019», il numero di aziende manifatturiere che hanno realizzato operazioni societarie afferenti al mondo dell’industria 4.0 è ancora basso. «Dalle nostre analisi è emerso che le imprese fanno fatica a intercettare le competenze necessarie allo sviluppo dell’Industria 4.0 e, quando le trovano, a tenerle aggiornate — ha commentato Donato Iacovone, AD di EY in Italia — inoltre, più della metà del campione ha avviato un percorso di formazione tradizionale e solo il 12% ha un programma di sviluppo delle competenze digitali. Diventa fondamentale e strategico per le nostre imprese, in particolare per le PMI, investire in formazione e in competenze adeguate, indispensabili per evolvere e competere sui mercati internazionali». L’indagine «EY Digital Manufacturing Maturity Index 2019» mostra chiaramente come in Italia solo una minima parte delle aziende prese in esame - in tutto il 14% - mostra il raggiungimento di uno stato più avanzato di sviluppo digitale caratterizzato da progettualità 4.0 evolute e con sistemi informativi in grado di scambiare informazioni verticalmente dalle macchine all’ERP (o cloud) e con un buon livello di integrazione delle informazioni lungo tutto il processo produttivo, comprese le altre funzioni aziendali. Il 49% delle aziende, invece, sta mettendo le basi per una gestione digitale dei processi, mentre circa un terzo (37%) si trova in una fase iniziale e sperimentale di trasformazione digitale e ha implementato soltanto dei progetti pilota di integrazione verticale all’interno dell’azienda. Tuttavia, la spinta verso l’innovazione digitale, quando c’è, è motivata principalmente dalla necessità di migliorare l’efficienza interna (98%) e il livello di servizio al cliente (94%).
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Il Messaggero