(Teleborsa) - Si aggiungono anche gli 8 mila Comuni italiani all'elenco delle vittime "illustri" del coronavirus. Nel bimestre marzo-aprile del 2020, le casse degli enti locali...
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È quanto emerge da uno studio di Demoskopika che ha confrontato gli incassi dei Comuni italiani del periodo marzo-aprile del 2020 con lo stesso periodo dell'anno precedente rispetto ai principali tributi locali: addizionale Irpef, imposta municipale propria (IMU), tassa sui rifiuti (TARI), tributo per i servizi indivisibili (TASI), tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche (TOSAP-COSAP), imposta di soggiorno e imposta comunale sulla pubblicità (ICP). La fonte utilizzata – precisa la nota di Demoskopika - è il SIOPE, il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, nato dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d'Italia e l'Istat, che rileva telematicamente gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche.
"L'emergenza sanitaria – dichiara il Presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - si è inevitabilmente abbattuta anche sulle entrate comunali producendo effetti negativi sui sistemi economici locali e, soprattutto, mettendo a rischio alcuni servizi essenziali, non ultimo quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. È ipotizzabile che, nel prossimo periodo, tra rinvio del pagamento dei tributi e difficoltà di pagamento per imprese e lavoratori, si consolidi uno scenario di progressiva perdita di liquidità per gli enti locali che potrebbe costringere molti amministratori comunali al taglio dei servizi o, peggio ancora, alla dichiarazione del dissesto finanziario. In questo allarmante contesto, - conclude - le misure previste finora nel decreto Rilancio sono necessarie ma ancora insufficienti. Bisogna fare di più". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero