Ipotesi Grexit, ma per tornare alla dracma ci vorrebbero mesi

Ipotesi Grexit, ma per tornare alla dracma ci vorrebbero mesi
Si fa presto a dire Grexit. Infatti qualsiasi analisi su una eventuale uscita della Grecia dall'euro deve tener conto di questioni anche più pratiche, come la creazione di...

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Si fa presto a dire Grexit. Infatti qualsiasi analisi su una eventuale uscita della Grecia dall'euro deve tener conto di questioni anche più pratiche, come la creazione di una nuova valuta greca da immettere con la rapidità del suono sui mercati finanziari.


Un'operazione, a detta degli esperti, non meno difficile e complicata delle estenuanti trattative che da cinque mesi sono in corso tra Atene e i creditori.



E che comunque, secondo il miliardario americano Wilbur Ross, costituirebbe davvero «un bel brutto haircut per il popolo ellenico», visto che la nuova dracma greca finirebbe per essere scambiata tra i 25 e i 50 centesimi di euro.



L'IMPOVERIMENTO

Un taglio del valore della moneta, ha spiegato il proprietario della Wl Ross & Co - parte del gruppo di investitori che lo scorso anno ha immesso 1,3 miliardi di euro nella Eurobank Ergasias, uno dei quattro maggiori istituti di credito della Grecia - che si abbatterebbe «sul valore delle pensioni e tutto il resto».



Insomma, il ritorno alla dracma per i greci equivarrebbe ad un impoverimento epocale dal quale difficilmente si risolleverebbero anche in tempi molto lunghi. Senza considerare che gran parte della loro classe dirigente dispone di forti investimenti o risparmi allocati all'estero e dunque, disponendo di capitali in dollari o in euro, potrebbe comprarsi a prezzi stracciati i beni dei greci calcolati in dracme.



CODICI COMPLESSI

Dal punto di vista tecnico, invece, gli analisti spiegano al Financial Times che per passare ad una nuova Dracma occorre superare una serie di ostacoli. In primis l'Organizzazione internazionale per la normazione (International organization for standardization, ossia l'Iso) dovrà dare alla nuova valuta greca un codice che possa essere identificato dai computer per elaborare pagamenti e operazioni su titoli e derivati.



Il codice di tre caratteri potrebbe essere GRN (Grecia Nuovo) per distinguerlo dal precedente GRD (Grecia Dracma). In teoria la programmazione di un nuovo codice potrebbe essere realizzata in meno di 24 ore ma nella realtà per adeguare tutti gli strumenti utilizzati nelle operazioni valutarie occorre molto più tempo.



UN LAVORO LENTO


Poi sarà necessario risolvere legalmente tutte le questioni legate a contratti finanziari sottoscritti in euro. E si tratterà di un lavoro assai lento, lungo e meticoloso. Inoltre, la nuova valuta greca durante i suoi primi anni di vita sarebbe probabilmente esclusa da un sistema di regolamento centralizzato come ad esempio il Cls (Continuous linked settlement), attivo nel mercato valutario con l'obiettivo di eliminare il cosiddetto settlement risk (rischio di regolamento) nelle transazioni. Quindi il trading di una nuova dracma fra le parti dovrà essere regolamentato tra le parti stesse, aumentando l'esposizione al credit risk nel caso di un default. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero