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Nella sua borsa – almeno quella virtuale – droni, laser scanner e strumentazione Gps si sono aggiunti a metro e compasso.
Il geometra 4.0 è un professionista un po’ diverso da quello presente nell’immaginario collettivo: in un’epoca in cui le rivoluzioni tecnologiche si susseguono lasciando poco tempo per adattarsi, un’attività antica sta ritrovando anche nel nostro Paese la sua centralità. Qualche indizio di questa tendenza si trova anche nei numeri: quelli della ripresa delle iscrizioni al primo anno dell’istituto tecnico che da alcuni anni si chiama Cat (Costruzioni, ambiente e territorio), ma anche quelli di redditi e volumi d’affari, fotografati dalla Cassa Geometri, l’ente di previdenza della categoria. «Dopo un primo periodo di calo seguito al cambio di denominazione della scuola abbiamo fatto un’ampia azione di comunicazione insieme al Consiglio nazionale geometri – spiega il presidente della Cassa Diego Buono – e ora i dati relativi alle scelte dei ragazzi evidenziano un buon aumento».
I NUMERI
Aumento che del resto corrisponde a una richiesta che resta forte sul territorio. Anche per i compiti all’apparenza più tradizionali. Nelle 3.300 assunzioni programmate dall’Agenzia delle Entrate nel biennio 2022-23 (prima parte di un piano più ampio che comprende quasi 11mila nuovi ingressi entro il 2024) figurano ben 900 geometri per il catasto. «È un po’ il nostro core business» osserva con una punta di orgoglio Buono.
LA FORMAZIONE
Per i giovani fino a 35 anni è prevista l’erogazione di un contributo pari al 50 per cento per la frequenza di corsi istituiti e validati dal Consiglio nazionale dei geometri e per tutti i corsi validi al fine del riconoscimento dell’obbligo formativo. È previsto un massimale è di 250 euro. Per tutti gli altri iscritti, senza limiti anagrafici, il contributo (sempre del 50 per cento con il massimale a 250 euro) viene riconosciuto per i corsi validi al mantenimento delle competenze specialistiche e per la partecipazione a iniziative formative ritenute strategiche o di maggior importanza dallo stesso Consiglio nazionale. Anche la corsa alle ristrutturazioni edilizie ha contribuito alla maggior richiesta della professionalità del geometra. La Cassa ha cercato di inserirsi nella vicenda dell’efficientamento edilizio anche da un altro punto di vista, cercando di dare una mano allo sblocco dei crediti d’imposta rimasti incastrati per la mancata “capienza” delle banche e il susseguirsi di cambiamenti legislativi. «Abbiamo acquistato 10 milioni di crediti e saremmo pronti a prenderne altri 15 – ricorda il presidente Buono – ma ora la norma in vigore ci impedisce di farlo». L’ente previdenziale avrebbe ampi margini di manovra grazie alle imposte che versa e facendosi carico di una quota di crediti aiuterebbe a liberare un po’ di quella capacità di assorbimento che al momento è merce rara nel sistema. Nell’ambito di questi interventi è arrivata una boccata d’ossigeno per i geometri iscritti, ai quali è stata data la possibilità di utilizzare i crediti fiscali per compensare i contributi dovuti alla stessa Cassa. Liberandosi così di somme in scadenza che rischiavano di andare perse.
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